Plug-in NoName - recensione e intervista

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L'INTERVISTA - ANDREA PONTIGGIA

 

Andrea, ciao, puoi raccontare qualcosa di te ai nostri lettori?

Ti racconto di noi, senza entrare troppo nei dettagli, tendo a essere parecchio riservato per quanto riguarda la mia vita oltre lo svapo.

Sono un papà cosi come i miei due soci e amici.

 Provengo dal mondo della comunicazione, Giuseppe da quello della progettazione tecnica e Antonio è un Commercialista.

 Io vivo a Milano come Antonio (ma è Pugliese), Peppo invece vive a Lugo, in Romagna, anche se è un napoletano doc.


- Noname, quando è nata, e perché? Passione, businnes o entrambi gli aspetti?

NoName nasce nel 2012, in un forum di svapo; EsigarettaForum, molto per gioco e totalmente per passione.

E dopo tre  anni, fine 2015, è diventato anche il nostro lavoro, un lavoro che ci appassiona, ci diverte e ci soddisfa.


-La tua azienda, adesso, come è composta?

Come dicevo siamo in tre: Io, Giuseppe e Antonio.


- Esiste, nella storia di NoName, un prodotto che meglio vi identifica? Per esempio, se parliamo di Azhad, la prima cosa che viene in mente è il mille. Se parliamo di nomame?

I prodotti credo siano due: il BF-99; quello che probabilmente amiamo maggiormente, il primo a tank bottom coil, un precursore di molti sistemi a cotone attuali e indubbiamente il nostro lavoro più ambizioso e ricercato (entro l’anno ne uscirà una nuova versione).

Il secondo è il NoFear; il capostipite di una famiglia molto numerosa, le versioni sono state tre,

è uno dei prodotti che ha contribuito maggiormente alla diffusione del bottom feeder, mondo dove da anni ci esprimiamo e primeggiamo (scusa l’autoincensamento).

 
- Il vostro mercato principale è in Italia o anche all'estero?

Circa l’80% della nostra produzione finisce all’estero, lavoriamo con alcuni dei migliori negozi e distributori a livello mondiale e esportiamo in parecchi paesi: Francia, Germania, Belgio, Olanda, Spagna, Giappone, Cina, Vietnam, Inghilterra, Malesia, Filippine, Stati Uniti .


- Voi siete nati negli anni dello svapo di guancia e poi avete portato i vostri prodotti nel mondo dei polmonari. Due modi di svapare o due differenti visioni? A volte sembra che ci siano proprio due categorie quasi incompatibili tra di loro. Cosa ne pensi?

I mondi o le sfaccettature di questo mondo sono molteplici e variopinte, guancia, polmone, flavour, bottom feeder, tank, dripping: ognuna con i suoi pro e tutte con i loro contro.

Indubbio è che è difficile accontentare tutti, anzi direi impossibile, ma in fondo provarci è la cosa più stimolante, non solo dal punto di vista progettuale o del risultato commerciale, ma anche come utilizzatore finale, come appassionato.

Il nostro è un mondo popolato da ex tabagisti e la sigaretta elettronica rimane comunque un vizio, ma ha dalla sua la fortuna, al contrario della sigaretta, di essere piacevole, di potersi esprimere in decine di modi diversi grazie a centinaia di sapori che cercano in tutti modi di “soddisfarci”, siamo tutti sempre nella costante ricerca del nostro aroma perfetto.

Alla fine è proprio questa parolina tanto semplice ma tutt’altro che banale che ci frega; la soddisfazione.

Perché se la leghi al Vizio, che perdura anche se lo neghiamo perdutamente, si trasforma in una combinazione letale che ci costringe a peregrinare da un sistema all’altro, da un liquido al prossimo, alla ricerca del nirvana, del piacere ultimo.

Perché il mantra non è e non deve essere “fumo perché non riesco a farne a meno” ma “svapo perché mi piace”.

E appena cala la soddisfazione anche solo di un gradino si riparte verso qualcosa di nuovo, ma in fondo il bello del viaggiare è il viaggio stesso non la meta.


- Una delle tematiche che più appaiono se si scrive "forum - svapo" su google è "clone contro originale", lasciando per un attimo da parte il discorso salute e l'eventuale o meno pericolosità di alcune imitazioni, voi, che siete stati clonati con diversi prodotti, come vivete questa cosa? Mi sono sempre fatto una domanda molto banale. Normalmente quando vien rubata una proprietà intellettuale segue denuncia. Come mai nel mondo dello svapo questa cosa non avviene mai? Non è, forse, anche e in parte, un modo per certificare la bravura di un modder l'essere clonati?

In mercati maturi (vedi la moda) il problema dei cloni o dei falsi è enorme, non perché dia fastidio il prodotto sulla bancarella ma perché la copia, all’insaputa del consumatore, finisce all’interno della filiera protetta e viene venduto come originale, diventando, di fatto, un imbroglio bello e buono.

È la non riconoscibilità che genera il dubbio e inficia il valore del prodotto, dubbio che oggi attanaglia il nostro mercato solo su alcuni prodotti; principalmente liquidi e hardware entry level.

Noi, comunque un paio di denunce le abbiamo fatte e probabilmente più avanti altre ne partiranno.


 - Abbiamo tutti letto della vostra collaborazione con la Puff e della nascita della Nofckgiven. Ci puoi parlare di questo matrimonio e del prodotto finale? Sicuramente fa parte degli oggetti di valore, a chi è rivolta questa combo?

Il mercato del bottom feeder è costellato da prodotti di difficile reperibilità, con la NoFckGiven si è deciso di rendere disponibile a chiunque lo voglia una box senza compromessi completamente certificata (la prima in assoluto).

Puff è oggi la realtà più presente sul territorio, è un’azienda attenta e in forte crescita e per noi è stato un onore oltre che un piacere poter collaborare con loro.

 
- Guardando alla storia recente dello svapo, all'inizio avevamo prodotti scadenti o mediocri da parte delle aziende e prodotti raffinati e assai cari da parte dei modder. Voi, inizialmente, a mio avviso, avete fatto nascere una terza categoria, una azienda che produce grande qualità a prezzi concorrenziali. E' questa la terza via dello svapo per il futuro?

Non so se sia la terza via dello svapo per il futuro ma sono fortemente convinto che in un mercato autoreferenziale come il nostro, dove tra l’altro la comunicazione è soggetta a restrizioni pesanti, senza il supporto di partner sul territorio che ti rendano visibile sia molto più semplice soccombere velocemente

La storia, anche se breve, di questo mercato è costellata di meteore e di brand ascesi all’olimpo e scomparsi nel giro di una stagione.

Esattamente come il mondo dell’high end sembra oggi voler sopravvivere solo grazie a gruppi segreti su Facebook.


- Ci parli dei tuoi attrezzi da svapo? Quelli che usi personalmente. Solo NoName o ami prodotti di altri aziende, di altri modder?

Io sono un curioso, amo provare di tutto e uso di tutto; tubi, battery box, bottom feeder, drip, tank, sisytemi a mesh, a testina.

Alcuni modder sono parte del mio mondo oltre che degli amici; Alessandro di Art&Mod, Paolo della Farnkenskull, Ruben di C&C, Giacomo di SVA. Alla fine ci conosciamo tutti e tutti sappiamo scegliere i prodotti giusti degli altri produttori.

 
 - Dopo la Nofckgiven e il Plug-in che andiamo a recensire, prossimamente quali novità ci proporrete?

A breve in arrivo un nuovo RDA, sempre in collaborazione con Puff e un paio di novità per il bottom feeder. Il segreto, nel mondo dello svapo come in qualsiasi altro mercato, è non fermarsi mai sui proprisuccessi, ma cercare sempre di rinnovare prodotti e tipologie per offrire sempre il meglio ai nostri acquirenti.


L'ATOMIZZATORE - PLUG'IN


Il Plug-in è un atomizzatore specifico per il bottom feeder. E’ costruito in acciaio 316, con isolanti in peek e il drip tip in ultem.
E’ progettato per la single coil e ha due cup a disposizione. Il primo, di serie, ha la regolazione dell’aria a fessura da una parte, per poterla parzializzare, mentre dall’altra ha il singolo foro da 1.8 millimetri. Il secondo cup è solo con singolo foro da 1.2.
La prima particolarità di questo atomizzatore è che, all’interno, c’è una specie di slitta con due funzioni: convogliare il flusso di aria direttamente sulla coil, evitare che ci siano fuoriuscite di liquido.


La realizzazione è molto accurata, nessuna sbavatura, i materiali sono di prima qualità. Gli oring, anche se qualcuno ha scritto non chiudere bene, alla lunga, perfettamente, si sono comportati benissimo, lieve pressione per chiudere, mai nessuna apertura involontaria.
Il punto di vista sull’estetica è, ovviamente, soggettivo. Personalmente lo trovo davvero molto bello. Ha linee essenziali, un marchio non invadente, una forma classica, e, insieme, moderna.
Le possibilità di flusso d’aria portano questo atomizzatore a poter essere utilizzato sia per uno svapo di polmone non estremo (è pur sempre una single coil in un diametro di 20 millimetri), sia per il classico di guancia.
L’ho provato per circa due settimane, usandolo tutti i giorni.
La variante “tutto aperto”, e quindi per uno svapo flavour, vede, nei miei settaggi, un range dai .3 ai .5 ohm. Va benissimo la coil in kanthal, quella in acciaio, e la variante clapton. Quest’ultima, se tenuta non troppo bassa risulta essere quella più efficace per la restituzione in aroma, portando il livello di questo atomizzatore oltre ogni aspettativa. Pur non essendo uno “svapatore di polmone” seriale, con questo atomizzatore, con un wattaggio intorno ai cinquanta, raggiungiamo una soddisfazione estrema. Non ha, a mio parere, rivali nei tank (come è normale che sia), e, per il flavour, è davvero difficile trovare un rda che gli stia dietro. L’ho provato con tutti i liquidi da cloud di Azhad, col Positano di Vitruviano’s Juice e col Boss reserve. Il risultato è, a dir poco, eccezionale.


Passiamo allo svapo di guancia, con qualche premessa. È opinione comune che i “tabaccosi” vedano come nirvana l’utilizzo di atomizzatori da quattordici, massimo da sedici. Altrettanto comune è l’opinione che i tabacchi quali il “latakia” o il “perique” siano troppo secchi per essere utilizzati in rda dalle dimensioni medie (appunto, venti millimetri). Per finire, i puristi solitamente preferiscono, per questo genere di aroma, un tiro molto chiuso, 1,2 ml, anche meno.
Penso siano tre assiomi privi di fondamento. Gli rda da quattordici, sedici, che io amo sommamente, esaltano l’esplosività del tiro, aumentano il calore, incupiscono l’aroma. Il latakia è un tabacco dolce. È affumicato, è cupo, è spesso legnoso con mille sfumature, ma è un tabacco dolce. Il tiro chiuso, infine, è tipico di chi vuol riprodurre la sensazione data da una sigaretta. La pipa, al contrario, ha una restituzione molto più aperta.
Quindi, applicando queste idee al nostro Plug-in: io lo ho amato moltissimo con il foro da 1.8 utilizzando tutti i tabacchi aromatizzati di Azhad. La restituzione che hanno è perfetta.
Ho provato, poi, l’utilizzo col cup dal foro 1.2. Ho usato il 10.000 e il balkan di Azhad, un latakia del Vaporificio, un “mistone” di cui vi parlerò nella recensione degli aromi di Azhad.
Coi toni più cupi non mi è piaciuto al cento per cento. Tende, a mio avviso, a schiarire un poco i sapori. L’aspetto “legnoso” viene meno, non scompare, intendiamoci, si sente e si sente bene, ma non credo che il massimo del suo potenziale sia con questo genere di tabacco.


Sarebbe stato possibile fare una riduzione all’interno del cup con buco da 1.2? In questo modo sarebbe stato, forse, perfetto. Ma non sono un modder, questa è solo una idea.
Col 1.8, invece, a mio avviso, è il nuovo atom di riferimento. Resistenza da 1 ohm circa, diecimila nella boccetta e, davvero, si vince.
Difetti: una leggera condensa può formarla, ma è davvero poca cosa.
I pregi, come scritto, sono tantissimi, non ultimo la facilità di rigenerazione. Quasi più facile che cambiare una testina al nautilus e un’ottima capienza, sarà sufficiente squonkare raramente.
Eccellente, se amate passare dal flavour al tabacco, è un atomizzatore da comprare e usare quotidianamente.