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NoFckGiven & Azhad, un'accoppiata strepitosa

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Quando è arrivato il pacchetto in redazione io ero fuori ufficio. Sono rientrato e ho visto tre musi sopra la scatola. “Fermi tutti, devo fare la recensione io!”
Dentro la scatola di cartone ce n’è una di latta (molto bella) , dentro la scatola di latta la Noname Nofckgiven.
Di una donna (o di un uomo) apprezzi l’intelligenza, la simpatia, la bontà d’animo, ma non c’è nulla da fare, la prima cosa che guardi è l’estetica. E l’estetica di questa box è minimale, sobria, bellissima. Se immagini una box bottom feeder, immagini la Nofckgiven.
Nata in collaborazione tra Puff e Noname, sposa due diverse filosofie, creandone una nuova.



Per prima cosa, qualche dato. E’ costruita in alluminio satinato ricavato a CNC dal pieno, ha inserti in delrin, una boccetta super-soft da 8.5 ml , è motorizzata con un dna evolv 75 ed è la prima box ad avere una (doppia) certificazione: CE e RoHs. Ma questo, in soldoni, cosa significa? Per prima cosa che è fatta benissimo, gli inserti sono pregiati, gli incastri non hanno dislivelli, i classici tre pulsantini (fire, up, down) sono perfetti al click e minimali anch’essi, fondendosi idealmente all’interno della scocca. Il materiale è eccelso. Per seconda cosa: è sicura, l’evolv 75 oramai lo conosciamo tutti (e in questo caso posso garantire che ha un’ottima gestione della batteria, forse e soprattutto per merito del cablaggi fatti a regola d’arte), le certificazioni sono davvero qualcosa in più.
La vaschetta è in stainless Stell 316 da 22 mm, anch'essa ricavata dal pieno e avvitata con quattro viti.
Il pin è regolabile e, quindi, rende la box utilizzabile con qualsiasi atomm.
Lo schermo per il dna è oled: ottima visibilità dei valori che il circuito ci mostra.
Il tasto fire è in alluminio anodizzato, mentre i due adibiti alle regolazioni (up e down) sono in delrin.
Sul fondo della box c'è il numero di serie, stampato a laser.
Lo sportellino copri batteria/boccetta è, come il tasto fire, in delrin.
Monta, ovviamente, una batteria 18650, non compresa nella confezione. All'interno della quale, troviamo, oltre alla box, due boccette per il liquido e una bella pochette protettetiva in neoprene.

 


 Ma quindi, perché due filosofie  e perché: “creata una nuova”?
Prima della Nofckgiven avevamo due possibilità, entrambe percorribili legittimamente. Comprare una box di produzione industriale. Costi non altissimi, alcune con il dna, fattura media, risultato mediocre. Molte sono funzionali, alcune mi piacciono assai (la pico squeeze è, nel suo piccolo, una meraviglia), altre molto meno (detesto le cinesate spinte), ma nessuna è eccelsa, nessuna ha materiali di prima qualità, nessuna ha lavorazione certosina. L’altra possibilità è quella di affidarsi a un modder. Quindi molto spesso qualità, quasi sempre ottimi materiali, raramente risultato non ”ottimo" (mania delle stampate in 3d a parte: inutile moda e infima sicurezza). Ma anche difficoltà nel trovarle, liste a cui iscriversi, prezzi spesso raddoppiati dopo un amen.

Questa Noname prende il meglio delle due filosofie. Materiali eccelsi, facilità di acquisto, assoluta sicurezza, ricerca del particolare.
Questo, credo, sia il vero pensiero dietro a questa box: unire due filosofie, crearne una nuova, renderla un nuovo standard.


Quindi, la perfezione? No, ci mancherebbe. Il prezzo è alto. È naturale che una box del genere costi. È fatta in italia, è fatta benissimo, ha “dentro” materiali costosi. Però, a mio, avviso, qualche decina di euro in meno sarebbe potuta costare. Date le dimensioni (compatte), l’estrazione della boccetta per la ricarica non è agevolissima. O si prende una leva, o si toglie la batteria. Si poteva fare meglio? Forse no, senza andare a discapito delle dimensioni.
A proposito delle dimensioni, è una box che pesa. Io ho sempre visto questo aspetto in modo semplice. Pesa abbastanza da risultare stancante? Se sì non va bene. Pesa abbastanza ma non è stancante? Se non lo è, allora diventa a gusto. Quale è la sensazione che vuoi avere con una box in mano? Leggerezza? Compattezza? Sensazione di “pieno”? La Nofckgiven pesa ma non stanca, quindi va a gusto. Per me è perfetta così.
La consiglio? Certo che sì, la consiglio a diverse categorie di persone. A chi non bada a spese. Quindi bella, originale, solida, evolv: va benissimo. La consiglio a chi spendeva duecento euro per il Provari: quel tubo è la prima cosa che ho pensato quando l’ho vista. Costava (parecchio), e quando lo prendevi non te ne liberavi più. Certo, per gli amanti della spesa compulsiva no, non va bene. Se uno vuole spendere trenta euro a settimana, per tutte le settimane e poi ancora continuare: no, non ci siamo. Per chi, invece, preferisce risparmiare quei trenta euro per un paio di mesi e poi avere qualcosa di davvero buono, allora sì: è la vostra box.


E adesso, Nofckgiven, sportello aperto, boccia fuori, Azhad dentro, e si svapa.



Oramai posso dire di avere svapato, a lungo e sempre con massimo godimento, tutti i liquidi di Azhad. Tutti gli aromi. Tutte le riserve. Insomma, a parte Azhad e famiglia, credo di essere il più grande consumatore dei suoi liquidi. Non tutti mi piacciono (va a gusti), ma sicuramente i miei preferiti sono i suoi.
Quindi, parliamo di aromi (tutti da me diluiti al 10% e lasciati maturare per due mesi. Il tempo è soggettivo, alcuni li preferiscono lasciati e dimenticati per anni, altri riempiono la boccia dopo tre giorni. In generale più si lasciano maturare più il tabacco viene fuori a discapito del fruttato (o della vaniglia) che lo accompagna. Detto questo, ognuno faccia le sue prove, è bello anche per questo: sperimentate.

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Latakia


  È un latakia che ha, nell’equilibrio, il suo forte. Non è di quelli che “ti spaccano in due”. Non è di quelli che dici: “ma l’affumicato quando viene fuori?” Come tutti gli aromi di Azhad devi capirlo. Per i fumatori, o ex fumatori di pipa, sarà un gioco semplice. C’è quella cosa che sentivate nella vostra migliore miscela inglese. Quello che stava sotto, dentro e di lato, ma mai del tutto al centro del virginia e del turkish (o degli orientali). Io non sono un grandissimo amante del latakia duro e puro. Non sono un purista del mono-aroma. Però questo è buono senza prenderti i polmoni e rivoltarteli. Si lascia apprezzare quasi fosse un virginia pur non avendone nessun aspetto. Il latakia, contrariamente a quel che si pensa è un tabacco dolce. Affumicato fino a renderlo una lama per le pupille gustative, ma dolce. Quello di Azhad è ottimo.


Perique


Altro tabacco che normalmete non si prova da solo, ma come accompagnamento. Sostanzialmente ci sono due tipi di perique, l’originale “Saint James Parish” e tutti gli altri. Tutti gli altri, quasi sempre, sono dei Burley ben addomesticati e resi quasi-perique. Quasi, appunto. In generale sanno di frutta, come sottobosco aromatico, e poco di spezie. Spezie che caratterizzano l’originale.
Quindi, io di perique resi aroma ne ho provati parecchi e alcuni mi sono piaciuti molto (quello del vaporificio è strepitoso), ma solo quello di Azhad, a mio avviso, è Saint James Parish. Picchia duro, ti lascia il pizzicore, è una strepitosa rarità. Da solo? No, non mi fa impazzire. Unito ad altri? Una meraviglia.

Turkish


Altro aroma da taglio. Classico nelle miscele inglesi, insieme al virginia e al latakia. Dei quattro è quello che mi è piaciuto meno, o che, forse, ho faticato a capire. A parer mio bisogna andare oltre la classica percentuale che normalmente si adotta per avere un giusto equilibrio. Il gusto è notevole, l’aroma è quello giusto, a metà tra una meditazione orientale e una corposità classica. Però, appunto, bisogna mettere qualche goccia in più.

 Black Cavendish

 È un tabacco che, quando fumavo la pipa, non amavo. Troppo vicino agli aromatici. Azhad, al solito, ha stravolto i miei pregressi. Questo è una meraviglia. Lo metti in qualsiasi paniere aromatico e rende al massimo. Non distrae dagli altri aromi ma si fa sentire con violenta dolcezza. Da prendere, da mettere a maturare, da continuare a prendere fino a chè Azhad deciderà di farlo. Se ti piace questo tabacco, prenderlo sarà un successo assicurato.

 
E adesso, quattro barricati

Black Cherry

I barricati, a differenza dei liquidi normali, prevedono invecchiamento nelle botti. A seconda dell’aroma, uno o più tipi di legno.
Questa miscela sembra fatta apposta per essere lasciata maturare in questa maniera. I gusti si fondono e si esaltano, la consistenza del tabacco si fonde perfettamente con quella dell’amarena.
Black Cavendish delizioso, da scoprire a ogni “tiro”, da cercare in mezzo all’amarena. È uno dei liquidi di Azhad che preferisco. È dolce ma non stanca, è intenso e si rinnova in una ricerca fatta di conoscenza e passione. Sembra quasi di masticarlo, tanto è corposo.

1000

Che dire di questo liquido? Era il mio preferito, non potevo farne a meno. Mi ricorda le mie miscele inglesi preferite. È forte, è intenso, è affumicato. Eppure è successa una cosa: è nato il 10000. Che, a parer mio, è meglio in tutto (vedi recensione). Quindi lo prenderei? No. Prenderei l’aroma per risparmiare e perché anch’esso eccelso. Ma se voglio il massimo, mio malgrado, prendo il 10.000. E, ripeto, il 1000 è stato per anni il mio liquido da “miscela inglese" preferito.

Carribean


Qui, a diffenza del "nuovo carribean” recensito insieme al 10000, tutto cambia. L’hyperion lo trovo più raffinato, vestito meglio, più elegante. Questo lo trovo più profondo e sporco di aromi grezzi e meravigliosi. Uno non esclude l’altro. Preferisco questo la sera, o quando voglio qualcosa di intenso. Il “nuovo” lo svapo con più frequenza e durata, ma, forse, con minor “gusto”. Ananas, cocco, cavendish e virginia maturati perfettamente. Il barricato dona spessore, gli aromi diventano una scatola cinese dalle pareti morbide e penetrabili. Passi da uno all'altro, per poi arrivare a sentirli tutti. Insieme, come fosse un qualcosa di unico. Una ventagliata forte, diretta, che ti colpisce duro. Da fare le scorte, che si sa mai, metti che Azhad decida di non produrlo più.

Sweet vanilla

E ci risiamo. Tutti i gusti che, fumando la pipa, odiavo (non fosse per il perfection di Gawith, che, in quantità dolce inferiore, lo ricorda) diventano momenti di puro godimento. Non ti piace il dolce? Provalo, magari cambi idea, magari no. Ti piace? E allora prendilo, svapalo, senti tutti i toni delle vaniglie utilizzate che si uniscono, a rincorrersi, col tabacco. Una vera goduria. Il virginia sembra ingrassarti la bocca, la vaniglia sembra colorarti quella sensazione. Una aromia da vero esperto, non banale come i componenti potrebbero diventare, non troppo difficile da comprendere. Io lo svapo spesso di pomeriggio: davanti a un pc mi accompagna nel lavoro. Da non restare senza, mai.

Prossimamente, altri aromi, altri barricati e, soprattutto ricette in esclusiva.  Di Azhad, per voi.