Iniziamo a svapare (parte seconda)

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Negli scorsi articoli abbiamo iniziato a vedere le componenti di una sigaretta elettronica, i due tipi di tiro che possiamo avere (di bocca e di polmone) e a capire che cosa sono l’aroma, l’hit e la qualità del vapore. Abbiamo visto un prodotto all in one perfetto per iniziare. Un kit, un liquido, lo abbiamo inizializzato e abbiamo capito come e perché abbandonare le sigarette per accedere a un modo infinitamente meno dannoso e con moltissime possibilità di sviluppo.

Oggi vedremo un atomizzatore che ha fatto la storia dello svapo. Forse tutt’ora il migliore non rigenerabile (abbiamo visto la differenza tra coil prefabbricate e rigenerabili) presente sul mercato. Parliamo del Nautilus della Aspire.

Come in parte abbiamo visto e maggiormente vedremo, lo svapo è un mondo in frenetica evoluzione, nato da pochi anni e in via di sviluppo. Come tutte le “cose” nate da poco, le regole che lo governano sono in una fase instabile. Ci sono pochissimi liquidi che non passano di moda nel giro di qualche mese, gli atomizzatori e le box presenti sul mercato sono quasi tutte superate per prestazioni (spesso inutili) nel giro di qualche settimana e i compratori compulsivi si ritrovano a ordinare nuovi modelli a ogni batter di ciglia di recensore.


Queste dinamiche, naturali e dovute, appunto, da un mercato ancora senza tradizione (per contrapposizione possiamo vedere la pipa e i suoi fumatori: ci sono modelli che non passano di moda, tabacchi che dopo anni e anni restano i più ricercati) devono farci riflettere. Ogni volta che siamo tentati dall’acquisto di un nuovo prodotto dobbiamo pensare: “che cosa mi dà realmente in più di quello che sto usando?”, “queste nuove caratteristiche mi servono davvero?”, “ha senso spendere altre decine di euro per un qualcosa che manco so come funziona?”. Insomma, per dirla come Marx, molto spesso il mercato crea nuovi bisogni. Bisogni nati più dalla necessità di vendere che non da un oggettivo desiderio individuale. Detto ciò, va benissimo evolvere il nostro livello di conoscenza, va benissimo sperimentare, va benissimo comprare. L’importante è farlo per accompagnare un nostro reale interesse, una nostra passione, e non, invece, la smania di vendita delle case produttrici e la faziosa parlantina di recensori al soldo dei propri incassi.
Il Nautilus è uno dei pochi prodotti capace di superare le mode, di essere - dopo anni dalla sua apparizione - ancora presente in quasi tutti i negozi e, spesso, ancora consigliato da chi di svapo se ne intende davvero.
Ma perché è così famoso?
Il primo motivo è la semplicità. Poi un tank capiente (5 ml, ma esiste anche la versione nana da 3), una resistenza capace di restituire un ottimo aroma, un eccellente hit, una semplicità d’uso ineguagliata.
Nella confezione troviamo il Nautilus stesso con già montata una resistenza da 1,6 ohm (ohm che abbiamo iniziato a conoscere nello scorso articolo e che analizzeremo nei prossimi), un’altra resistenza, da 1,8 ohm, un tank di ricambio e il certificato di garanzia.
Cosa dobbiamo fare per usarlo?
Lo apriamo (attraverso le foto sarà facile capire come), smontiamo la resistenza e la inizializziamo.
Cosa vuol dire inizializzare una resistenza e perché farlo? All’interno di una resistenza abbiamo del cotone. Il cotone, una volta che daremo potenza, sarà investito da calore e il liquido inizierà a trasformarsi in vapore. Il calore sul cotone - se non bagnato - può bruciarlo, rendendo inutilizzabile la resistenza stessa. Quindi inizializzare vuol dire prendere la nostra boccia di liquido e bagnare i piccoli buchi che vediamo sulla resistenza. Una goccia a buco. Aspettiamo che il liquido venga assorbito e ne mettiamo ancora una.
Ogni quanto dovremo cambiare la resistenza?
Circa ogni trenta ml. Ma c’è anche la variabile potenza, più watt fanno esaurire una resistenza più velocemente e il fattore “tiro”, più è compulsivo, più velocemente dovreste cambiarla. Quindi: circa 30 ml, ma ve ne accorgerete da soli. Inizierete prima sentire meno aroma, e, se insisterete, il sapore inizierà a essere di bruciato. Sarà tempo di cambiarla.
A questo punto inseriamo la resistenza, riempiamo il tank e siamo pronti a svapare.
Ma a quanti watt? Come vedremo e come abbiamo già accennato, uno dei fattori per capire a quanti watt possiamo spingere la nostra box è il valore in ohm della nostra resistenza. Più il valore è basso, più possiamo dare potenza. Quella del Nautilus è di 1,6 (o 1,8), quindi il range ottimale è tra i 12 e i 14 watt.
Iniziamo con 12 così da non forzarla troppo e dopo qualche tiro, se vogliamo, la portiamo fino a 14.
Il Nautilus, inoltre, ci offre quattro possibili quantità d’aria per il nostro tiro. Abbiamo una ghiera con quattro buchi, girandola possiamo passare dal più piccolo al più grande. Non esiste il migliore, dobbiamo provarli tutti e quattro e capire quale meglio si adatta al nostro modo di svapare.
Abbiamo svapato con il Nautilus per una settimana (io, personalmente, non lo usavo da un paio di anni) e le sensazioni avute sono eccellenti. E’ difficile, anche per un rigenerabile da tiro di bocca, raggiungere questi livelli, sia per quanto riguarda l’aroma, sia per l’hit. Hit importantissimo soprattutto nella fase iniziale, quando la tentazione delle sigarette è ancora forte.
Difetti? Il tank è fragile. Non dovete girare con tutta la forza, una volta che inizia a fare resistenza, bene, fermatevi. Il drip-tip (il bocchino) personalmente non lo amo, lo trovo eccessivamente chiuso, ma è soggettivo. Ha comunque un attacco standard, se non vi piace potete cambiarlo. Cambiandolo, mettendone uno più aperto e settando il buchetto più largo nella ghiera dell’aria, potete provare un tiro di polmone. Il Nautilus non è fatto per questo e sicuramente gli atomizzatori nati con questa attitudine sono altra cosa, ma comunque avete la possibilità di capire la differenza e vedere se vi piace.
Ovviamente per poterlo utilizzare, non essendo un all in one, necessita di una box. Il suo attacco è di tipo 510 (i tipi, sostanzialmente, sono tre: ego, quasi del tutto sparito, molto in auge per gli entry level di anni fa, 510, attacco pressoché universale, e “ibrido”. Quest’ultimo è utilizzato su sistemi quasi esclusivamente meccanici (come abbiamo visto: privi di componente elettronica), ha come unico vantaggio quello di essere più reattivo, la potenza erogata dalla batteria più velocemente si trasforma in vapore, ma, per contro, per poterlo utilizzare bisogna essere “esperti”. Per questo sarà l’ultimo tipo di attacco che vi spiegheremo).
La prossima settimana vi parleremo di una box perfetta per essere abbinata al Nautilus.
Nautilus che potete trovare qui. Mentre qui potete trovare le resistenze di ricambio.
Questo l'ottimo liquido che abbiamo usato per provare il Nautilus e di cui scriveremo nei prossimi articoli.