Smettere di fumare e aprire una attività - intervista al "Signor Teknosvapo"

Scritto da


Abbiamo intervistato il “Signor Teknosvapo”.
È  utile capire cosa vuol dire svapare e perché, da e attraverso una persona che è partita da una passione per arrivare ad avere una attività importante.

Per prima cosa mi presento, mi chiamo Alessandro, ho quarantesatte anni, sono sposato con Federica da cinque, ho due bellissimi bambini (non potrebbe essere diversamente: ogni guaglione è bello mamma sua - in questo caso a babbo suo).
Vivo a Ferrara da sempre, per due decenni ho lavorato, ricoprendo ruoli di rilievo, presso una azienda di Poste Italiane, e, dopo venti anni di onorato servizio, non privo, per altro, di soddisfazioni, nel marzo del 2012 ho lasciato un posto sicuro e di prestigio per costruirmi un altro futuro fatto esclusivamente da me, dalle mie idee e con le mie convinzioni.
Ho preso questa decisione semplicemente perché la sigaretta elettronica mi ha guarito dal tabagismo, e il mio pensiero, conseguentemente, è stato: “se ha funzionato per me, che nei trentacinque anni di sigarette le avevo provate tutte per smettere ma senza riuscirci, può funzionare anche per altri”. Ho creduto fortemente nel prodotto e nel suo potenziale, mi sono licenziato e ho aperto la mia prima attività.

Una scelta sicuramente controcorrente, soprattutto in Italia.
E per svapare che sistema usi?

Non sono uno “smanettone”, uso semplicemente un kayfun con una box battery Evic.

Quali sono i tuoi attrezzi del mestiere preferiti? Sei un collezionista o li vedi solo come "strumenti per svapare"?


Com’è il detto? Chi ha il pane non ha i denti e viceversa’? La mia box ha ormai un anno, porta tutti i segni del tempo e delle varie cadute, ma finché funziona non la cambio. Io sarei un pessimo cliente, non seguo la moda, quando un prodotto mi soddisfa non cerco altro.


Potessi solo svapare un liquido, quale sceglieresti?

Da ormai 5 anni ne svapo solo uno: il calliope della DEA con 04 di nicotina. Ne ho provati tanti, ma dopo un po’ gli altri tendono a stancarmi.

E adesso passiamo a Teknosvapo. Ce ne puoi parlare? Quando hai deciso di iniziare questa attività? E' nata a conduzione familiare? Come mai sia negozio fisico, sia online?

Il negozio fisico perché il prodotto ha bisogno di essere spiegato e illustrato, l’on-line nato da una considerazione: in Italia ci sono dodici milioni di potenziali clienti, tutti i fumatori, come posso raggiungerli? Con il web ho pensato.
Diciamo che è a conduzione familiare, ci sono io e poi c’è mia moglie che suggerisce; in azienda ci lavoro io e attualmente ci sono cinque collaboratori, ma a breve avrò bisogno di aumentare il numero, il lavoro sta crescendo notevolmente.

La nuova legge, secondo te che effetti provocherà nel mondo dello svapo?

Purtroppo questo è un settore molto giovane, la sigaretta elettronica si sta sdoganando pian piano, c’è ancora molta disinformazione, un po’ creata ad arte, un po’ perché fino a poco tempo fa non c’erano abbastanza informazioni e studi che potessero dare certezze, anche se oggi possiamo vantarci di proporre un prodotto che scienziati e famosi oncologi, di livello mondiale, ci dicono essere molto meno dannoso - 95% in meno - rispetto alle sigarette convenzionali.
Il settore ha subito notevoli “attenzioni” da parte delle lobby del tabacco, farmaceutiche e governative. Lobby del tabacco perché se una persona passa alla sigaretta elettronica loro perdono clienti, farmaceutiche perché se smetti di fumare molto probabilmente puoi non ammalarti. Avete mai pensato quanto è il business per la cura dei tumori? Governative perché allo stato viene a mancare l’introito delle accise dei tabacchi, e poi se la tua aspettativa di vita si allunga, deve anche corrisponderti la pensione.
Questo prodotto, che fino a pochissimi anni fa non esisteva, si è inserito tra la sigaretta e la produzione di ammalati, per questo motivo e solo per questo, attira molte “attenzioni”, il resto sono solo chiacchiere.
Le hanno provate tutte per non far decollare la sigaretta elettronica: leggi fiscali senza un criterio e senza buon senso, che poi, puntualmente, la corte costituzionale ha annullato. Basti pensare che fino a tre anni fa in Italia erano presenti sul territorio almeno seimila negozi, negozi aperti da giovani che si sono creati un posto di lavoro, giovani che hanno investito quei pochi risparmi che avevano da parte, oppure, ancor peggio, che hanno investito i risparmi dei genitori. E lo Stato con un atteggiamento “ignorante” di questi ne ha fatti chiudere almeno tremilacinquecento. Posti di lavoro persi, e pensando anche all’indotto, i numeri sono anche più alti. Quelli che sono si sono salvati ci sono riusciti solo perché la situazione legislativa, oggi, è alquanto farraginosa e sono costretti a vivere border-line.

La nuova legge, quindi sì o no?

Ben venga, la chiediamo da sempre, purché sia chiara e fattibile, cosa che al momento non pare vada in questa direzione. Da sempre confidiamo nel buon senso di chi ci governa, di chi stabilisce le regole, io personalmente auspico solo che le regole siano fatte per far crescere piuttosto che affondare.

Progetti?

Tanti. Il prossimo tra un paio di mesi, aprire un nuovo negozio sempre a Ferrara, dove oltre a far conoscere la sigaretta elettronica e tutto quello che questo prodotto può offrire, la mia intenzione è quella di creare un luogo di aggregazione, un luogo dove oltre svapare ci si confronta, si sta in compagnia, uno spazio per passare il tempo insieme, giocare insieme, fare nuove amicizie. Metterò a disposizione della clientela uno spazio dove potranno trovare un biliardino, un flipper, una console playstation , un po’ di musica e tanto altro. Cose semplici, divertimento sano.

E finiamo con un consiglio, solo uno da dare a chi inizia a svapare.

La salute purtroppo non è in vendita, cerchiamo di rispettarla, se proprio vogliamo mantenere un vizio cerchiamo quello più salutare, la sigaretta elettronica racchiude in se queste caratteristiche, mantenere un vizio senza compromettere la propria salute. Volere, potere, dovere.

L’intervista finisce qui, Alberto, tra le mille leggi ancora da legiferare, le tasse ancora da definire - ma sembrerebbe ancora più alte - e un mercato bastonato e spremuto, una nuova vita, fatta dalle e delle sue idee, la sta vivendo.
Veronesi diceva che svapare può salvare la vita, lo stato di sicuro non ci aiuta a farlo, cerchiamo di riuscirci da soli. Alessandro, sicuramente, ce l’ha fatta.

Altro in questa categoria: « To be bio Camellia - il tempo del tè »