Per fondare una casa editrice, se lo scopo non è solo vendere libri e non è certo arricchirsi, ci vuole un motivo valido. E, a caratterizzare il motivo, ci vuole una idea. La nostra idea di casa editrice è “un posto per dare una prospettiva”. L’arte può essere vista in tantissimi modi, e per ogni modo nascono mille concretizzazioni. Per noi è molto semplice il significato: “prendere delle sensazioni nascoste e dar loro una via”. Non importa se sia attraverso un romanzo, un racconto o una conversazione sull’amore. Deve essere necessariamente un nuovo modo di vedere. Non di certo una cosa nuova, ma, almeno, una nuova prospettiva su di essa.
Scrivendo, fotografando o dipingendo, si hanno due possibilità: essere oggetto della funzione che stai svolgendo o essere funzione dell’oggetto che stai creando. Nel primo caso si prende a prestito la scrittura per esporre se stessi. Nel secondo si diventa un tramite per quello che si vuole esprimere. Negli ultimi decenni, soprattutto in Italia, la prima possibilità ha issato bandiera ed è diventata vanto e firma di mille libri. Alcuni molto belli, ma tutti sempre rappresentativi di scrittura egolatrica. Io, io, io. Noi, invece, vogliamo essere servi della scrittura, non padroni. Vogliamo essere tramite e non fine. Per questo la nostra casa editrice, Jona Editore, non avrà un unico filone. Non ci sarà solo narrativa italiana, non ci saranno solo romanzi, non sposeremo mai solo un modo di fare. Quello che faremo sarà accogliere nuove prospettive. Che vengano attraverso scrittura o fumetto o film, poco importa.
Quindi, ci saranno contest di racconti, ci saranno pubblicazioni di romanzi, corsi di scrittura, ci saranno storie di persone che la storia non ha avuto tempo o modo di guardare, ci saranno strisce di fumetti, parleremo di romanzi, di film e di autori, senza nessuna esclusione di campo.
Perché talvolta un nuovo modo di vedere le cose nasce da un rituale per fare il tè, altre volte da una terzina dantesca e, altre volte ancora, da una foto che credevi aver dimenticato.
Jona Editore - altro punto - senza dare giudizi morali su chi lo fa, non chiederà mai un soldo ai propri autori e non imporrà mai, con nessun contratto, l’acquisto di libri. Con noi chi pubblicherà guadagnerà. Forse poco, forse no, ma mai sarà chiesto alcun tipo di contributo. Preferiamo selezionare un libro su mille e poi dare il massimo affinché venga letto al pubblicare tutti e diffondere mediocrità a costo zero.
Il duemilasedici sarà caratterizzato dalla raccolta, attraverso proposte, concorsi, romanzi che ci invierete. Dal duemiladiciassette (o poco prima) la raccolta diventerà carta pubblicata, romanzo, racconto, da trovare in libreria.
Il resto, per fortuna e per volere, è in divenire. Nuove iniziative nasceranno, altre idee saranno bene accette. Ma tutte e sempre, saranno e vorranno essere una nuova prospettiva.
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