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Sabato, 13 Gennaio 2018 13:15

Il gioco - Intervista a Mariarosa Quadrio

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Intervistiamo Mariarosa Quadrio, in arte Vanessa Vallini, protagonista ne Il gioco.

- Ciao, ti puoi presentare per noi.

Salve, mi chiamo Mariarosa (per tutti, Mari). Mi piace molto leggere e ogni tanto, qualcuno direbbe troppo spesso, mi diletto a scrivere qualcosa.

Sono sempre di corsa, cerco di far rientrare nelle ventiquattro ore, più di quanto sia umanamente possibile. Mi divido, o almeno ci provo, tra i miei mille ruoli:

  • moglie: sono sposata da ben venticinque anni. Sì, lo so: anche io mi chiedo come mio marito possa sopportarmi da così tanto tempo! Mistero incomprensibile del fato.
  • madre: ho due “bambini”. La piccolina ha 18 anni e l’altro 23… sorvoliamo sulla mia età, per favore!
  • Infermiera: lavoro in un centro di riabilitazione psichiatrica, ma a volte mi chiedo se invece non sia il centro a riabilitare me:
  • e poi cuoca, cameriera, psicologa, giullare di corte e tutto quello che ogni donna deve fare ogni giorno. Il poco tempo che mi resta, di solito sottratto al sonno, lo dedico ai miei interessi: lettura, scrittura, disegno, musica...

Avrei bisogno di giornate più lunghe!

- Come sei venuta a conoscenza de Il gioco?

Girovagando tra i vari siti di concorsi letterari, se non ricordo male.


- Come mai hai deciso di partecipare?

Il post che ho visto in rete ha subito attirato la mia attenzione per la sua particolarità. Non veniva richiesto un racconto come nei normali concorsi letterari, ma solo una scheda di un personaggio. Creare i personaggi da far muovere poi in una storia è la parte che mi diverte di più, quando scrivo un racconto e mi sono detta: “Che bello! Voglio provare anche io”. Tra l’altro non mancava molto all’inizio dell’evento ed ero sicura che non mi avrebbero nemmeno presa in considerazione. Invece poi è successo e mi sono trovata in questa folle, meravigliosa ed eccitante avventura… ancora non me ne rendo conto!


- Spiegaci cosa vuol dire stare per quattro mesi in un gruppo di estranei.
All’inizio, non mi sono preoccupata troppo del fatto che fossero estranei. Ho frequentato vari siti di aspiranti scrittori e non ho mai avuto problemi a interagire con gente che non conosco. La convivenza stretta e continua con gli altri componenti del gruppo mi ha poi dato modo di legarmi a ciascuno di loro: con alcuni direi in maniera anche profonda: non è la prima volta che creo amicizie forti con persone conosciute sul web. Sono abbastanza socievole e mi piace confrontarmi con persone diverse da me, dal confronto con gli altri si impara molto, e sono curiosa e ho voglia di provare sempre esperienze diverse.

- Ci parli del tuo personaggio e del perché lo hai scelto?

La mia Vanessa è fatta abbastanza a mia immagine: insicura, ansiosa, con una bassa autostima… già, i suoi difetti li ho tutti! In pratica è la me nel caso in cui, venticinque anni fa, non mi fossi sposata e non avessi formato la mia famiglia: una specie di “sliding doors”. Mi sono chiesta come sarebbe potuta essere la mia vita e ho dato il via alla mia fantasia, immaginando che tipo di persona sarei diventata. Ne è uscita una donna di 35 anni sola al mondo, complessata e che soffre di attacchi di panico. Segnata dalle ripetute relazioni sbagliate. Una che ha perso, oltre la speranza di trovare “l’uomo della sua vita”, anche la voglia di mettersi in gioco. Insomma, una donna sull’orlo di un precipizio, in un equilibrio talmente precario che le basta poco per essere trascinata nel baratro delle sue folli paure.


- Che legami hai creato all’interno del gruppo?

Credo di aver instaurato un buon rapporto con tutti, ma forse sarebbe meglio chiederlo agli altri… Ho avuto le mie simpatie fin da subito per Giuseppe e Andrea, ma nel complesso avevo un buon rapporto con tutti: sono un tipo accomodante. Poi, col proseguire degli eventi sono insorte gelosie, e piccole incomprensioni con qualcuno, ma non vi svelerò nulla di più!

Sabato, 13 Gennaio 2018 02:04

Il gioco - Intervista a Margherita Salterini

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Conosciamo meglio Margherita Salterini, protagonista ne Il Gioco con il suo personaggio: Bianca Balassi.

- Ciao, ti puoi presentare per noi?
Ciao, sono Margherita(quella vera!), ho 27 anni e vivo a Bologna. Sono docente di lingue straniere e, ufficiosamente, scrivo. Ho sempre avuto un bel rapporto con le parole, fin da quando ero bambina.

- Come sei venuta a conoscenza de Il gioco?
Seguo JE da mesi ormai, ho partecipato a qualche contest.

- Come mai hai deciso di partecipare?
Perché ho avuto la netta sensazione che fosse una figata! Si può dire?

- Spiegaci cosa vuol dire stare per quattro mesi in un gruppo di estranei.
Eh, bella domanda. Stare in un gruppo di estranei per quattro mesi senza essere completamente se stessi è un gioco che ti fa stare continuamente sul filo del rasoio: dire quello che hai sempre desiderato dire, ma anche dire quello che non diresti mai

- Ci parli del tuo personaggio e del perché lo hai scelto?
Bianca è una ragazza sveglia, dall'humor un po' nero e piccante. Organizza cerimonie funebri non convenzionali e soffre di lievi disturbi alimentari. Mostra di amarsi più di quanto non faccia in realtà, ma tutto sommato è una tipa ok. A volte un po' sola, ma questo solo perché tiene vicine solo le persone importanti. Non so spiegare come sia nata o perché, non l'avevo mai pensata prima.

Venerdì, 12 Gennaio 2018 15:26

Il gioco - Intervista a Nicoletta Fanuele

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- Ciao, ti puoi presentare per noi?
Ciao a tutti, mi chiamo Nicoletta, ho 25 anni e vivo in Basilicata. Sono una giornalista pubblicista per professione e una scrittrice per passione. In realtà il giornalismo, a causa della condizione precaria in cui versa, non mi soddisfa né gratifica, è per questo che sto cercando di realizzarmi in altri ambiti della comunicazione.

- Come sei venuta a conoscenza de Il gioco?
Annuncio su Facebook, in uno di quei gruppi dedicati ai concorsi letterari.

- Come mai hai deciso di partecipare?
Per mettermi in gioco, per far uscire fuori una me diversa, ma non per questo meno affascinante.

- Spiegaci cosa vuol dire stare per quattro mesi in un gruppo di estranei.
Significa, prima di tutto, domandarsi tante cose, provare a indovinare chi si nasconde al di là della tastiera. Significa mettersi a nudo, fidarsi e lasciarsi andare come, forse, nel rapporto interpersonale non accadrebbe, o almeno non subito.

- Ci parli del tuo personaggio e del perché lo hai scelto?
Sono Ginevra Mantovani e ho trent’anni. Mi divido tra la Basilicata, la mia terra, e Salerno. Sono un’impiegata per un’agenzia di comunicazione ed ho un rapporto a dir poco controverso con gli uomini. In realtà la mia vita nasconde numerosi nodi irrisolti. E pensare che il giorno più bello della mia vita è stato lo stesso che era cominciato con un barattolo di Nutella rotto.

Venerdì, 12 Gennaio 2018 09:56

Il gioco - Intervista a Giuseppe Patti

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Continuano le nostre interviste ai protagonisti de Il Gioco. Oggi e la volta di Giuseppe Patti e del suo Giuseppe Calamitaro.

 

- Ciao, ti puoi presentare per noi?

Ciao, sono un ragazzo di appena ventidue anni, mi sono avvicinato alla scrittura qualche anno fa, per sbaglio, sono ancora un novizio di questo nuovo mondo. Cos'altro dire di me? Sono un po' riservato alla fin fine, e suppongo sia inutile dire che mi piace leggere, così come dire che detesto scrivere, a volte mi fa stare davvero male, ma non ho scelta. È un qualcosa più grande di me, che ancora non ho ben capito.

- Come sei venuto a consocenza de Il gioco?

Tramite un gruppo facebook, non ricordo chi aveva pubblicato il bando del progetto, non conoscevo Jona Editore prima de Il gioco, purtroppo.

- Come mai hai deciso di partecipare?

Mi era sembrato interessante, e non mi sono sbagliato, e comunque era un'occasione da cogliere al volo, diciamo che l'ho visto come quel treno che passa una sola volta, e sono riuscito a salirci.

- Spiegaci cosa vuol dire stare per quattro mesi in un gruppo di estranei.

Significa che hai davanti a te la possibilità di conoscere persone nuove, caratteri del tutto nuovi e inediti, in questo caso anche quello del personaggio che si era scelto di essere. Nulla di terrificante, anzi! Una possibilità di crescita personale che non si presenta tutti i giorni, inutile negarlo, tutti i personaggi, compreso il mio, mi hanno lasciato qualcosa.

- Ci parli del tuo personaggio e del perché lo hai scelto?

Il mio personaggio, un uomo, o ragazzo poco importa, lunatico ma triste più che altro, e solo, molto solo, senza sogni particolari e con un passato un po' frastornato, mezzo calvo e magrissimo, su questo aspetto fisico mi assomiglia, e anche se sembrerebbe essere un personaggio vuoto a primo impatto, quando dovevo scrivere il personaggio per farlo candidare, lui è stato l'unico, tra i tre che si erano presentati alla mia mente (una casalinga divorziata con una figlia a carico, e un lavandaio di mezz'età rimasto intrappolato in quel mondo) a dirmi di avere qualcosa da raccontare. Ha avuto la sua possibilità per farlo, tralasciando qualche dettaglio che si è poi perfezionato in seguito.

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