Lunedì, 15 Gennaio 2018 14:41

Il gioco - Intervista a Nicola Rovetta

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 Ed eccoci arrivati all'ultima intervista: Nicola Rovetta ci parla del suo personaggio, Eddy Jonston.

 

- Ciao, ti puoi presentare?

Mi chiamo Nicola e ho 24 anni. Sono disoccupato e non c'è traccia di lavoro all'orizzonte.

Ho da poco conosciuto l'arte delle parole e da quando scrivo mi rendo conto che sono più felice, è forse la miglior psicanalista esternare con la scrittura pensieri ed emozioni, l'inanimata carta sembra essere molto viva con i consigli che si porta dietro.

Oltre a leggere e scrivere mi piace in generale la scienza e la natura, questi sono due punti in comune con Eddy.

 

- Come sei venuto a conoscenza de il gioco?

Tramite una conoscenza, ''amicizia'' su Facebook.

 

- Come mai hai deciso di partecipare?

Una nuova avventura che alimenta fantasia ed ispirazione letteraria conoscendo personaggi strabilianti, l'unico motivo per non farlo può essere una malattia mentale.

 

- Spiegaci cosa vuol dire stare per quattro mesi in un gruppo di estranei.

Il fatto che siano persone estranee è forse la parte più divertente, non solo ho imparato a conoscerli ma è proprio durante il percorso che è stato inressante improvvisare certe sfaccettature del mio personaggio, alcuni sanno bene che ha i genitori nati a Salem il paese del fuoco alle streghe. Non so perché ho voluto concedere certi aspetti solo ai più curiosi.

- Ci parli del tuo personaggio e del perché l'hai scelto?

Quando ho creato Eddy ho pensato che dovesse essere caratterizzato da una lotta interiore, da una parte il ricordo delle esperienze di bullismo a tirar fuori quella parte inetta, dall'altra la lotta per vincerle e il senso di giustizia ed i raptus furiosi con mano fasciata e porte rovinate che ne conseguono. La storia che racconto con il personaggio è appunto quella di un ragazzino bullizzato che soffre di un complesso di inferiorità fino a credersi totalmente un idiota fino a cercare di farsi quella vita che sentiva sempre impalpabile tra le sue mani.

Ho creato questo personaggio perché il bullismo è la prima forma d'odio a dover essere eliminata che spesso si trasmette dal boia trasformando la la vittima in una pentola colma d'odio.

 

 - Che legami hai creato nel gruppo?

Eddy: Tutto sommato è stato piacevole con tutti. Mi sono trovato in una piacevole sintonia di pensiero con Margherita Solani ed è stato piacevole partecipare agli esperimenti dell'antropologo. A proposito, quando ricominciano?

Oltre a questo l'ho già detto nel gruppo, ho conosciuto troppo poco Giuseppe e Ginevra.

 

 

 - Una cosa che cambieresti, una persona che non avresti voluto conoscere nel gruppo?

Avrei voluto iniziare prima, per il resto avrei forse dovuto far fare al mio personaggio l'esperienza del volontario naturalista. Il motivo per cui non l'ho fatto è abbastanza stupido, mi sembrava di mentire e non mi piaceva.

Anche se ci fosse stato un personaggio che avrei odiato l'avrei comunque considerato ottimo per animare il gruppo, in ogni caso odio non ce n'è di certo stato.

 

 - Adesso spiegaci cosa hai provato nel conoscere la vera identità dei tuoi compagni di gioco.

Durante il gioco mi chiedevo spesso chi ci potesse essere dietro all'uno o all'altro personaggio.

Come tutti sono rimasto un po spiazzato dal Gori donna ma ancor di più sono rimasto piacevolmente sorpreso da quei due bei fiorellini che si è scoperto essere grandi amiche, ma vogliamo mettere la loro di sorpresa, altro che la mia. Fossi stato nelle loro vesti sarei stato molto gioioso con questa prima sorpresa.

 

 - Finito il gioco e le pubblicazioni cosa pensi che succederà al tuo personaggio?

Lui occuperà sempre un posto nel mio cuore, Alzheimer a parte.

Per il resto potrei anche un giorno introdurlo in qualche mia creazione. Se fosse, sarà una piacevole decisione.

 

 - Al di la del gioco progetti di scrittura?

Come vi ho già detto mi piace scrivere, un progetto c'è si. Per ora è un segreto...

 

 - Un ultimo aggettivo, solo uno, per definire i tuoi quatto mesi neil gioco.

Estasiante.