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Serena Gualdieri viveva a Milano, aveva una vita come tantissime, fatta di lavoro, casa, amici e divertimento.
Oltre a quello c’erano gli animali. I suoi gatti, i suoi cani e l’amore per tutti. Il primo passo fu quello di condividere le ricerche per i cani in cerca di adozione. Quelli che per sentirci bene chiamiamo “trovatelli”, ma che prima di diventare tali sono stati “abbandonatelli” in qualche tangenziale o posto dimenticato o cercato di dimenticare da chi lo ha preso, da chi si si è fatto amare, da chi, in cambio, lo ha lasciato come si lascia un vestito troppo liso per continuare ad essere usato. Buttato via dopo aver postato le sue foto su tutti i social possibili, con tanti cuori a far vedere che lo si ama, con tanti like degli amici per farci sentire belle e buone persone.

Per fortuna, non tutte le persone sono belle e buone in quell’accezione. E così, la nostra Serena Gualdieri ha pensato che avrebbe dovuto occuparsene meglio, di più e con ogni sua risorsa. Ha preso armi, bagagli e animali ed è partita, destinazione Via delle Filande 5

Pontelandolfo, Benevento.

 

- Che cos’è “la casetta di scenù?

- un ponte tra la strada e l'adozione.

- In che senso?

- La gente abbandona i cani e, si spera, prima o poi qualcuno li accoglierà a casa sua. Da me possono aspettare quel momento sotto un tetto, un giardino, il cibo per mangiare e la compagnia di tanti altri cani per giocare.

- E come è nata l’idea di fare una casa accoglienza?

- Vivevo aMilano, seguivo le storie dei cani del sud (chi pensa che i cani abbiano problemi - e certamente ne hanno - al nord, dovrebbe venire a dare una occhiata al sud per capire in che condizioni brutali sono costretti a vivere se abbandonati, tra catene e canili lager) e pensavo che avrei fatto questo, ma non avevo in programma di tornare al sud.

- E poi?

- Per mille motivi e situazioni sono finita in un posto perfetto per questa mia idea. Come in quei film in cui si vede una persona in una scena, e fa cose che non vuole fare e poi, nella scena dopo la vedi nella casa dei suoi sogni. E fino a qualcuno non spiega come mai ci è finita lì, non riesci a capirlo. Ecco, a me non interessa più sapere il motivo, sono nel posto giusto per fare quello che voglio: aiutare gli animali che hanno bisogno, vivere con loro ed esserne ricompensata dal loro amore.

- Una meraviglia, insomma. E come fai a mantenere il posto? Ci saranno molte spese.

- Oltre ai cani in attesa di adozioni posso ospitare cani “in vacanza”. C’è molto verde e i cani stanno sempre liberi.

- In vacanza quando i padroni sono in vacanza, insomma.

- Sì, all’inizio non ero molto convinta di questo servizio, ma poi ho capito che è giusto che una famiglia possa andare una settimana a New York, per fare un esempio, senza dover causare stress al proprio animale. Loro si svagano, il cane viene da me e si diverte e fa nuove amicizie. E, oltre a questo, per la accoglienza attraverso i social ho amici che fanno piccole donazioni per aiutarmi a sostenere questo servizio.

- Bello.

- Sì, ci sono persone che hanno capito che “è tutto per i cani”, tutto il mio tempo, le mie energie, e pure il mio amore, tutto questo è la parte che faccio io, in questo mondo, per cercare di farli stare bene. E mi danno una mano.

 

Questa è la storia di Serena Gualdieri, storia che ha tutto il nostro appoggio, storia che ci fa pensare che esiste chi aiuta davvero gli animali bisognosi, senza bisogno di mettere cuori e cuoricini.

Questa la sua pagina facebook: casetta di scenu'

Qui la possibilità di fare una piccola donazione con paypal: aiutalacasetta

Il quarto contest di Jona Editore prende spunto dalle ultime parole in vita di Lev Tolstoj: "Svignarsela! Bisogna svignarsela!".

Le regole sono sempre le stesse, sono poche e semplici, quindi vi preghiamo di tenerne conto. Nelle prime edizioni abbiamo fatto passare titoli incompleti e altro, da adesso se non ci saranno queste piccoli condizioni i racconti saranno cestinati.

I racconti devono essere inviati a: contest@jonaeditore.it
La lunghezza massima è di duemila parole.
Il documento deve essere in qualsiasi formato office.
Il titolo deve essere composto dal vostro nome e da "svignarsela bisogna svignarsela".
Dovete scrivere consenso a pubblicare online lo scritto, in caso di vittoria.
Scadenza: trenta giugno 2016.

Precisiamo che con "inedito" si intende non pubblicato né su cartaceo, né online.
Precisazione ridondante, in quanto i racconti devono essere scritti appositamente per il contest.
Chiediamo, inoltre, ai partecipanti, di iscriversi al sito. Sarà più semplice comunicare.

Cosa si vince?

I due vincitori (se i racconti inviati  saranno meno di cinquanta decreteremo solo un vincitore) avranno pubblicazione in www.jonaeditore.it

A dicembre 2016 i migliori tra i vincitori avranno un contratto editoriale e saranno pubblicati in cartaceo e in epub.

                                                                 

Prendendo spunto dal romanzo di Camus, il terzo contest ha per titolo Lo straniero

Le regole sono sempre le stesse:

I racconti devono essere inviati a: contest@jonaeditore.it
La lunghezza massima è di duemila parole.
Il documento deve essere in qualsiasi formato office.
Il titolo deve essere composto dal vostro nome e da "lostraniero".
Dovete scrivere consenso a pubblicare online lo scritto, in caso di vittoria.
Scadenza: trentuno maggio 2016.

Precisiamo che con "inedito" si intende non pubblicato né su cartaceo, né online.
Precisazione ridondante, in quanto i racconti devono essere scritti appositamente per il contest.
Chiediamo, inoltre, ai partecipanti, di iscriversi al sito. Sarà più semplice comunicare.

Cosa si vince?

I due vincitori (se i racconti inviati  saranno meno di cinquanta decreteremo solo un vincitore) avranno pubblicazione in www.jonaeditore.it

A dicembre 2016 i migliori tra i vincitori avranno un contratto editoriale e saranno pubblicati in cartaceo e in epub.

 

I vincitori del contest Volta la Carta sono Renzo Semprini e Alfonso Inclima.

Ci complimentiamo con nostri due autori per gli eccellenti lavori che potete leggere nella sezione contest.

La vincitrice del contest "memorie dal sottosuolo" è Claudia Farini, con Ostriche.
Ottimi anche i racconti di Diana Salviati, Ivo Ragazzini e Vito Santore.

Ecco il testo della vincitrice:

L’ostrica

Un tanfo di putredine dovrebbe riempire l’aria, ma da me sarebbe giusto che venisse, non dal terreno che abbraccia i morti.

Afferro questo primo pensiero compiuto, lo valuto con distacco, come osservassi i dettagli di un bel bracciale o i ricami di una sciarpa costosa. Me lo ha portato mia suocera, Alma, insieme al rumore grave dei suoi tacchi mentre mi si avvicina.

Ha telefonato presto questa mattina, chiamandomi al dovere di apparire in questa amara ricorrenza.

Al mio arrivo già un gruppetto di cinque o sei persone armeggia con i vasi e i fiori intorno alla tomba di famiglia ma è lei l’unica persona che c’è veramente. Spaventosa, in un dolore che non ha avuto pietà di nessun millimetro della sua superficie. Se piangesse o gridasse o pendesse ingobbita al braccio di qualcuno si potrebbe anche prevedere, tanto per parlare, il talento del tempo nell’aprirsi un varco. Ma così no. Quello che la copre ha avuto il tempo di mescolarsi col sangue e comunica con l’esterno passando dai muscoli e dalla pelle.