Grumo di polvere - Mara Genotti Brat

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Breton, ne il manifesto del surrealismo del 1924 delineò due gruppi, quelli che la pensavano come lui e quelli che non la pensavano come lui. Quelli che la pensavano come lui era dentro il movimento surrealista, quelli che non la pensavano come lui erano fuori. Ora, questo agli occhi di molti storici è risultato un atto dittatoriale, soprattutto se messo a confronto con l’anarchia che regnava tra i dadaisti. Ma, a prescindere dalla giustezza del metodo, se non si è venditori di prodotti in un negozio che per campare offre dalle sigarette al dentifricio, una corrente di pensiero deve avere un fine comune a tutti quelli che dichiarano di esserne parte.
Jona Editore, nasce da un pensiero paradossale. Vedere le cose in un’altra prospettiva e chiamare a raccolta chi vede le cose in un’altra prospettiva. Quindi non conta troppo un pensiero intelligente, se già sentito mille volte, conta un pensiero mai sentito, mai letto, mai scritto. Perché in ogni caso, un pensiero non letto, non sentito e non scritto è, semplicemente, un qualcosa che noi avevamo da qualche parte e che non sapevamo trovare. Questo, per noi, è un romanzo. Un qualcosa che da qualche parte avevamo, ma che non sapevamo trovare.
Grumo di polvere è il libro d’esordio di Mara Genotti Brat. Le avventure di un gatto in cerca di casa. Fin qui, roba già sentita, diciamolo. Però è scritto in prima persona. Anche qui, roba vecchia. Ma dalla prospettiva del gatto. L’io narrante è Grumo di polvere. E, questo gatto, che ci commuove, che viene abbandonato, che lotta, che si dispera, che odia e ama, è la prospettiva di Mara Genotti Brat. E, a leggerlo bene, questo libro, verrebbe da pensare: ah, sì, è qualcosa che avevo, ma che non sapevo come andare a trovarlo.
E allora, per tornare a Breton (e alla suo scrittura meccanica), Grumo è l’idea paradossale della nostra casa editrice. Ed è bello, brutto, antipatico, a volte goffamente spietato, e infinitamente vivo. Mara ha dato forma a un pensiero con la forma di un gatto. E questo gatto è, semplicemente, una parte di noi non ancora vista. Bella, brutta, da capire.
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