[Particolari] Calamità innaturali

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Calamità innaturali
di Alessandra Ceccoli e Nicola Rovetta

La vide per la prima volta, in lontananza, di fronte alla porta della terza emme; doveva essere arrivata da un'altra scuola, o l'avrebbe certamente notata in precedenza. Dietro di lei, il lungo corridoio con le altre classi svanì nel nulla, solo il danzante movimento dei sui biondi capelli rimase nella mente di Eddy, tutti gli altri pensieri finirono inevitabilmente nell'oblio. L’idea che lei non fosse reale sfiorò la sua mente, per dissiparsi non appena le passò accanto, il sorriso che le fece con le sinuose fossette pronte a mandargli in pappa il cervello, il naso e le guance punteggiati da perfette imperfezioni. Da subito non gli sembrò estremamente altezzosa e piena di sé come le altre ragazze, capaci di attirare nient’altro che il disprezzo o, per lo più, il dindarolo del giovane scolaro.

Quando sparì dietro Eddy, calpestando l’ombra di lui, volle da subito rivederla, l'ineluttabile desiderio di conoscerla era così puro: avere la possibilità di parlare con una ragazza come lei o semplicemente divertircisi insieme era il suo unico desiderio. Quando se ne fu andata si sentì le orecchie molto calde e, al tatto, gli apparvero grandicelle rispetto al solito.

Consapevole della propria asociale eccentricità, il quindicenne si rese conto che le solite ansie che provava vicino a gente sconosciuta si ingigantivano a dismisura con una ragazza così radiosa, dolce e carina. Doveva riuscire a invitarla a chiacchierare, o se non altro riuscire a rivolgerle poche striminzite parole. Come avrebbe potuto riuscirci? Non aveva la ben che minima idea di come approcciarsi. ''Potrei passarle accanto di proposito e farle dei complimenti''.

Alla pari dell’ombra che seguiva sempre il corpo di Eddy nei suoi movimenti, l’ansia lo accompagnava, ovunque lui andasse. Troppo spesso finiva per oscurargli intelligenza e senso pratico, e quando succedeva si sentiva un vero idiota. Eddy aveva cercato di fare pace con l’Ombra, ché forse solo accettandola se la sarebbe fatta amica, ma era lei piuttosto a far di tutto per rimanergli ostile. D’accordo, da un certo punto di vista, osservando la scena da fuori, pareva lo assecondasse: quel che lui faceva, lei lo riproduceva; rimaneva dietro a lui, sempre qualche passo indietro, ma poi finiva sempre per travolgerlo, precederlo in un certo senso, anticipando le sue azioni e ribaltando la percezione del povero ragazzo. E, anziché essere la sua proiezione, diventava sovente la sua premonizione. La loro era una relazione patologica: l’ombra provava per lui un amore malato, possessivo. Voleva appiccicarglisi addosso, essere l'unica custode del suo lato oscuro, di contro lui la odiava e la temeva, pur considerandola un luogo sicuro in cui rifugiarsi. Era un’amante gelosa e capricciosa: se lui cercava di fare un rapido passo avanti per scrollarsela di dosso, lei per ripicca sabotava i suoi piani, finendo per inglobarlo.

Nemmeno a dirlo, le si era appena presentata l’occasione giusta: minacciata dalla eterea figura della ragazza, come spesso accadeva, l’Ombra aveva deciso di spegnere la luce sul raziocinio di Eddy, mandandogli in corto circuito ogni abilità relazionale.

Convinto di essere totalmente ottenebrato agli occhi della ragazza e temendo di essere del tutto ignorato, per disfarsi dell’oscura presenza, Eddy tendeva involontariamente ad attivare meccanismi di difesa atti a evidenziare la sua presenza al resto del mondo. Quello delle orecchie che crescevano a dismisura era solo uno spiacevole esempio. Gli era capitato di vedersi rimpicciolire i piedi a tal punto da non riuscire più a reggersi senza doversi sostenere, oppure di cambiare il colore del viso a seconda di chi aveva di fronte, o addirittura di squagliarsi a terra a seguito di uno strano processo di liquefazione.

E il peggio era che non poteva capire o sapere se si trattasse di una sua sensazione o se la cosa fosse visibile anche all’esterno. Questa volta la ridicola sorte era toccata alle sue orecchie, ma fortunatamente era riuscito a rassicurare Melissa e a convincerla che non c’era nulla di cui preoccuparsi.

In un bel giorno assolato, nel verde giardino della scuola, Eddy vide nuovamente arrivare Melissa.

Pur esprimendo assoluta pienezza e unicità, nemmeno lei sembrava presentarsi mai del tutto sola. Dove c’era Melissa, c’era L’Aura e, a qualsiasi occhio attento, la cosa non sfuggiva. L’Aura la amava di un amore puro, incondizionato e corrisposto, un amore fraterno. Melissa, in fin dei conti, doveva esserle grata perché le regalava una luce singolare, che faceva sì che nessuno le potesse levare gli occhi di dosso. E doveva ringraziare la brillantezza di L’Aura se poteva permettersi di sfoggiare con orgoglio quel pizzico di sicurezza e vanità, senza che stonassero o risultassero inopportune. La si poteva definire una corazza di protezione e positività, fatto sta che, assieme a lei, Melissa non doveva temere nulla e poteva considerarsi immune alle avversità che la vita spesso le riservava. Al contrario, quando la sua luce era più soffusa, vere e proprie calamità si sprigionavano dal corpo della ragazza. Era successo di rado, ma se al telegiornale si parlava di incendi, terremoti o uragani, il più delle volte c'era il suo zampino.

Eddy si fece forza e, di scatto, si mise proprio di fronte a Melissa, mentre gli passava accanto, assicurandosi di nascondere l’Ombra col suo stesso corpo. I due si scontrarono quasi, forse non era quella la maniera migliore per incontrarsi, ma accadde inevitabilmente in modo istintivo.

''Ci siamo già visti''? Solitamente le ragazze lo snobbavano al primo sguardo ma lei, nonostante lo strano approccio iniziale, non si lasciò intimorire.

''Ccciao, sono Eddy...non ci conosciamo ma volevo dirti che sei molto carina''.

''Sei gentile, io sono Melissa. Mi sei spuntato fuori così all'improvviso, strana questa cosa...hai corso? Hai il fiatone''. Non poteva fare a meno di notare la spossatezza del ragazzo. Nel vedere così vicini quegli occhi dalle molte sfumature, Eddy si sentì il corpo divampare. Unendosi, tutti quei colori mostravano un brillante verde smeraldo, erano molto simili a quegli ammassi informi di gas che il giovane vedeva nelle riviste di astronomia e ci si perse come quando si nascondeva dal mondo dentro la propria mente. ''Che sta succedendo, oddio mi sta venendo uno svenimento'' Non gli era mai capitato prima, ma nemmeno l'agitazione era mai stata tanto forte. “Ho la testa così pesante''.

“Oddio...sei sicuro di stare bene?!” Il volto corrugato e sconvolto di lei lo spaventò ancor di più.

“Perché, cos'ho che non va?!”. Seguendo la direzione dei suoi occhi, si portò le mani alle orecchie, come dopo il loro primo incontro sentì subito del calore, questa volta molto più forte. “Oddio...cosa sono queste?” Se le prese tra le mani e alzò entrambe le braccia, poi se le portò davanti agli occhi già fissi e spalancati a dismisura.

“Forse dovresti andare all'ospedale?”

“Tranquilla, non è la prima volta che mi succede, tra un po’ passa. A te piace leggere?”

“Certo, i gialli li amo. Non ho mai trovato un ragazza con cui parlare di queste cose, a te cosa piace?”.

Melissa fissava le orecchie e le orecchie fissavano Melissa, il disagio era palpabile.

“Mi piace il genere fantasy, un po’ la letteratura russa e poi molto i romanzi storici. Sono sempre molto agitato quando incontro una persona nuova e con una ragazza bella come te è anche più difficile. Ma mi piace molto parlare con te, sono contento di averti incontrata.”

Stupita dalle parole di Eddy e oltraggiata dall’inaspettato moto di coraggio, L’Ombra divenne nera di rabbia e con aria di sfida si staccò dal fedele compagno di vita. Nel tentativo di ingelosirlo, decise di confondersi momentaneamente con l’ombra di un pino del giardino scolastico, osservatore immobile e imparziale.

Capì subito che il suo atto di ribellione non avrebbe dato troppo fastidio a nessuno: non era fatta per nascondersi, ma piuttosto per imporsi e, anche se il concetto potrebbe sembrare paradossale, ebbe una improvvisa illuminazione. Sfrontata e impertinente, nel tentativo di spogliare Melissa da L’Aura, le si gettò addosso e cercò di offuscare quella fastidiosa luce, approfittando del passaggio di una nuvola per non dar troppo nell’occhio.

La ragazza subito emise un grido di spavento, inseguendo con sguardo esterrefatto l’Ombra che le girava attorno scattante e furibonda, poi iniziò a correre qua e là per cercare di scrollarsela di dosso.

“Fermati, vieni qua... smettila di spaventarla”. Eddy Voleva solo continuare a chiacchierare, rischiava di non riuscire più a parlarle per la paura che le era venuta. “Sarò dannato a portarmela addosso per l'eternità”. Lo sguardo del ragazzo si abbassò, gravemente sconfortato dalla situazione.

Ci fu un attimo di confusione: L’Aura, nonostante la sua innata imperturbabilità e tranquillità interiore, oppose resistenza, tentò senza successo di divincolarsi dalla morsa dell’oscura presenza, cercando di continuare a splendere con tutte le sue forze, poi la sua luce divenne intermittente fino a scomparire pian piano. Eddy si sentì dapprima rinvigorito, improvvisamente abbandonato dal fastidioso torpore, fin quando l’Ombra tornò a incatenare il già sconfortato scolaro. Melissa, di contro, pur se interessata e lusingata dalla compagnia di Eddy, divenne estremamente vulnerabile, sovraesposta agli agenti esterni e, con ciò, il suo fascino iniziò a scolorirsi anche agli occhi del ragazzo.

I due, completamente divorati dall'angoscia della situazione, non si parlarono più per quelli che parvero alcuni lunghi istanti.

Non appena lui si girò per andarsene, con le grosse orecchie dondolanti e senza nemmeno salutarla, Melissa iniziò a piangere. Quelle poche lacrime diventarono pian piano sempre più copiose, fino a trasformarsi in ruscelli che le ricadevano abbondanti sulla candida pelle delle guance.

Dopo aver percorso lentamente i metri che lo separavano da lei, ancora sconfortato e appesantito dal terribile peso dell’Ombra, Eddy iniziò a sentire un forte gorgoglìo e non appena fece per voltarsi, il muro d'acqua inesorabilmente lo travolse.

Il ragazzo trascorse alcuni mesi in ospedale, per i dovuti accertamenti, dopodiché la madre decise di iscriverlo in un’altra scuola e i due non si rividero mai più.

 

Foto di Dino Morri, tratta da People di Dino Morri e Renzo Semprini Cesari, in uscita ad aprile 2018 per Jona Editore

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