Visualizza articoli per tag: muri,

In occasione del lancio del contest di Gennaio dal titolo ‘Muri spensierati’ abbiamo il piacere di  di promuovere una nuova collaborazione, quella con l’associazione culturale Officina d’A. “Officina” è un termine che proviene dal latino e significa “opera, lavoro, fare”. Una valenza simbolica forte e incisiva che ben si presta a indicare anche la cooperazione in ambito artistico. Spinti dal piacere della ricerca i pittori di Officina d’A hanno smesso da tempo di fare mostre per esporre le proprie opere o per appendere quadri alle pareti, e si sono dedicati alla realizzazione di progetti di più ampio respiro. Arte come ricerca: dunque non solo piacere estetico, ma anche strumento per una riflessione. Officina d’A collabora con artisti di ogni disciplina, filosofi, musicisti e teatranti. Ben lontani dal voler fornire risposte, spingono i fruitori dei propri eventi, piuttosto, a porsi domande, con occhio attento alla comunicazione. Alcuni racconti del prossimo contest saranno utilizzati dagli artisti di Officina d’A all’interno del loro nuovo progetto intitolato, appunto, ‘Muri’.



MURI SPENSIERATI – il contest

Siamo abituati a considerare i muri e i confini come elementi che limitano, che privano, che tolgono libertà. Ovunque volgiamo lo sguardo sentiamo parlare di muri domestici che nascondono abusi, di confini tracciati con filo spinato, di separazioni fra Stati, stili di vita ed economie, di immigrazioni, di diversità, di paure. Siamo attorniati da uno stato di ansia e terrore. Ma i muri e i confini non hanno solo funzioni e accezioni negative, possono bensì contenere, proteggere o raccontare. I muri eretti migliaia di anni fa hanno perso la propria funzione e oggi raccontano una storia che non è solo quella di coloro chi li hanno eretti, o di colui che li ha fatti erigere (pensiamo a un momento, a un portale, alle mura di cinta di una città, di una chiesa, di un castello, pensiamo a una casa diroccata di campagna) ma è anche una storia nuova composta da stralci delle storie di tutti coloro che hanno vissuto affianco a quel muro, che ci hanno sbattuto contro, che ci hanno pianto, riso, che ci hanno lasciato sopra una scritta, che vi ci sono arrampicati per raccogliere una mela o per scoprire un nuovo orizzonte. I muri sono sempre stati la carta sulla quale l’uomo ha tracciato i propri pensieri, dai geroglifici ai graffiti, ai writers, alla spray art. Ai muri sono stati affissi cartelli elettorali, pubblicità, locandine di film e di concerti, manifesti funebri. Muri sui quali opere d’arte sono state nel tempo coperte da una mano di calce per graffiarci sopra simboli di guerra e di terrore. Ma la calce si sgretola e con un poco di pazienza e di fortuna la bellezza torna alla luce. Tra i muri domestici si possono consumare abusi, ma anche amori, i primi baci. Muri antichi, muri di mattoni cotti a mano, muri di cemento armato. I muri tra due appartamenti ascoltano storie di famiglie, respirano vite, sono dei pazienti confessori. Il progetto muri, avanzato dall’associazione culturale Officina d’A, con la quale Jona fa partire questa collaborazione, si pone come obbiettivo soffiare via la polvere dell’ansia, le notizie negative, le accezioni opprimenti dei muri e del loro alter ego che sono i confini, le guerre, le separazioni tra i popoli, le problematiche dell’immigrazione, non per ignorarle o per chiudere gli occhi, ma per ricordare che la vita è anche qualcosa di positivo. Scrostare il grigio e offrire una visione dei muri che sia fresca, spensierata, romantica, oppure colorarlo quel grigio e offrire al lettore qualche momento di pace e di beatitudine.


Il primo gennaio pubblicheremo il bando per il contest.

Pubblicato in redazione
Etichettato sotto