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JE: Hai già iniziato a pensare al prossimo romanzo?

EP: Ho iniziato a pensarlo, sì. Niente ancora di definito, qualche idea su carta. Mi interessa sempre più vedere e narrare il mondo dei Social. Capire il mondo che sembra quasi risiedere lì, tra byte e ore passate con altre persone senza, spesso, averle mai viste in faccia.

 

JE: Non più YouTube, però?

EP: Un altro, credo si possa dire il nome: Instagram. E non con gli occhi di un uomo ma con quelli di una donna. Vedere quello che una persona può arrivare a fare, e perché, per avere successo. Capire il prezzo di centomila o un milione di follower.

 

JE: Instagram è in crescita, no?

EP: È il presente che sarà futuro. Probabilmente perché è più veloce, il più veloce che c'è in questo momento. E in questo momento la gente vuole connessione più che dialogo. Una foto, boom, mille like, mille persone che sanno che esisti.

 

JE: Ma nessuna parola, comunicazione non verbale, quasi.

EP: In realtà qualche parola la si può inserire, ma sicuramente il mezzo per comunicare è l’immagine.

 

JE: E tornando ai tuoi ultimi due anni: il romanzo ti ha tolto tempo. Lavori sempre in ambito sigarette elettroniche?

EP Sì. Da due anni tutta la mia vita, almeno quella in superficie, ha gravitato intorno alle sigarette elettroniche. Il romanzo ha avuto anche questa responsabilità. Mi ha indicato la porta di uscita, mi ha fatto capire che gravitare per un po’ va bene, oltre diventa colla.

 

JE: E nel romanzo tutto questo mondo che gira intorno alle sigarette elettroniche è rappresentato o c’è solo il protagonista?

EP: No, non solo il protagonista, molto gira in quell’ambito. E a pensarci da lettore più che da scrittore, il mondo che ne viene fuori, eccezion fatta per due persone, non è del tutto positivo.

 

JE: Quindi, premettendo che noi abbiamo pubblicato un libro de il Santone dello Svapo su come uscire dalle sigarette, considerando che lo svapo è sicuramente un fenomeno positivo, come studio sociologico è interessante, no?
EP: Interessante vedere le dinamiche all’interno di un gruppo parecchio chiuso e molto egoriferito. Ma non tanto per studiare chi svapa, ma proprio per vedere e conoscere meglio il branco.

 

JE: E secondo te gli svapatori sono riconoscibili? Se tu vedi una persona sai se svapa, come e perché?
EP: Se vedo una persona senza sigaretta elettronica no, ma se ne ha una, sicuramente dal modello, da come la usa, da come si atteggia: molto si può dire su di lui.


JE: E se tu ti vedessi svapare da fuori in che categoria ti metteresti e cosa penseresti della tua categoria?

EP: In quella dello svapatore distratto. Che è capitato in un mondo e che cerca di conoscerlo, spesso arrancando. Come uno che si ritrova in mezzo al mare e vuole tornare in terra ferma, ma facendo fatica, non sapendo bene che stile di nuoto è efficace in quelle acque, cercando di vedere le onde e, soprattutto, sperando di non affogare.


JE: Un po’ come il protagonista de La farsa, no?
EP: Esattamente.

JE: E perché un lettore dovrebbe comprarla, La farsa?

EP: Per vedere se è scritta da uno YouTuber o da una persona. Per vedere se è in pieno cliché ho un po’ di follower che saranno lettori, quindi un prodotto o se davvero è un romanzo.
JE: Due scrittori che ami?
EP: Edward Bunker,  ho amato Come una bestia feroce; Chuck Palahniuk, li ho amati tutti, paradossalmente fatta eccezione di Fight club, e aggiungo un italiano, Paolo Sorrentino. Bellissimo il suo Hanno tutti ragione.

JE: E come scrittore hai autori che ti hanno influenzato?
EP: Non credo, almeno non in coscienza.

JE: Guardando i tuoi video sembri, in effetti, più figlio della cultura rap.
EP: Assolutamente sì, è un mondo che mi coinvolge da sempre.

JE: Ultimissima domanda, quando la presentazione de La farsa?
EP: Torino, Salone del libro, domenica 13 maggio, ore 16.

 

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Disegno di Alberto Baroni

Seconda delle tre parti dell'intervista a Enrico Pistoni. Venerdì 13 aprile l'ultima. (Parte prima)

 

JE: E tutto questo ha anche portato a prendere il personaggio Ignoranz Svapo e a farlo uscire dal video ed entrare in un romanzo o le due cose sono slegate?
EP: Sì, il mio canale si chiama, appunto, Ignoranz Svapo, La farsa è stata la mia occasione per prenderlo e portarlo in giro, fuori dai video.

JE: E cosa fa questo personaggio?
EP: Combatte tra il rifugio che si è creato con il suo personaggio e la difficoltà di andare fuori.
E poi c’è la vita che conduce, ci sono le persone che incontra. Una delle quali, uno per cui aveva fatto delle recensioni, nella storia diventerà il suo nemico, uno che lo minaccia, che non vuole che lui smetta di fare video.

JE: “Nemici in rete” è un tema di cui si parla molto. Il cyber bullismo. È davvero un fenomeno così diffuso?
EP: Dipende dall’accezione che vogliamo dare a questi hater. Il paragone con la televisione è questo: se uno guarda un qualcosa che non ama, cambia canale. Invece, su YouTube, prima di farlo ha la possibilità di scrivertelo, e spesso in modo parecchio esplicito.

 

JE: Ma fino a che si limita a scrivertelo è lecito, no? Io posso vedere un tuo video, non apprezzarlo e dirti cosa ne penso. Il problema, forse, ma ripeto, è un mondo che conosco poco e male, sono quelli che insultano, no?
EP: Certo, quelli sono meno numerosi, forse, ma ci sono anche loro. Figurati che diversi mesi fa feci un video che voleva essere ironico, sul Natale. E feci, come spesso faccio, parlare il mio personaggio con la musica. E prendevo in giro il Natale. Non puoi immaginare quanti insulti mi hanno scritto. Ecco, una cosa che ho capito con i social è di non toccare mai il Natale, si arrabbiano di brutto.

 

JE: Due anni di video, di lavoro, di editing, di social, cosa ti ha dato e cosa ti ha tolto?
EP: Quello che ha tolto è semplice: il tempo. Chi vede video difficilmente sa quanto tempo ci vuole per realizzarli. Bisogna avere una idea. Bisogna scrivere un copione. Bisogna girarlo e poi editarlo. Tempo però che non è stato perso. In due anni ho imparato parecchio. Conosco il mondo della sigaretta elettronica molto meglio di due anni fa, riesco a girare più facilmente un video, riesco, insomma, a comunicare meglio.

 

JE: E in questo personaggio quanto c’è di Entico Pistoni?
EP: C’è molto di quello che sono e poco di quello che faccio. In parte è come fossi io, ma interpretassi non la mia vita ma quella di un’altra persona. Quindi almeno in parte, mie emozioni, sensazioni, modi di vedere la vita, quasi nulla di mio, invece, come trama, come storia.

JE Quindi il guscio è Ignoranz Svapo, l’interno sei tu?
EP: Una parte, sì, non certo tutto, ma una parte senza altro.

 

JE Qual è stato l'approccio alla scrittura? Che legame si crea con la trama?
EP: Non avevo un piano preciso in testa. Era solo un'idea, ossia quella di voler mettere in luce alcuni retroscena che lo spettatore di YouTube non può vedere. Certo, questa idea derivava sicuramente da alcune mie fatiche personali. Sono partito da quello che ho vissuto io in certi periodi, e ho provato a immaginarmi un personaggio che rimane fortemente invischiato dentro quei retroscena. Volevo portare all'eccesso le cose per vedere cosa sarebbe successo. Nel libro uso il mio vero nome(Enrico) e uso Ignoranz svapo, sebbene non sia una autobiografia o una cronaca di fatti realmente accaduti. È una storia, semplicemente.

 

JE: Come hai vissuto il legame che si crea, quando si scrive un libro, con l’editor?
EP: Prima di scrivere questo libro conoscevo per sentito dire la figura dell'editor ma non avevo davvero in mente il suo ruolo. Oggi posso dire che senza l'editor (Renzo Semprini Cesari) questo libro non esisterebbe. Mi ha aiutato in tutto, correggendo e fornendo stimoli. Per me ha svolto una funzione di specchio per quanto avevo scritto, e di bussola per quello che dovevo scrivere. Non gli sarò mai abbastanza riconoscente per il suo lavoro, lo so già.

 

 JE: stai già pensando al prossimo romanzo?

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Link al romanzo.

Oggi, in occasione del suo romanzo in uscita, La farsa, intervistiamo Enrico Pistoni.

Enrico Pistoni: Buongiorno!

JE: Buongiorno a te. Partiamo dagli ultimi  anni della tua  vita: chi è Ignoranz Svapo?

Enrico Pistoni: Ignoranz Svapo è il nome del mio canale youtube, canale in cui tratto di sigarette elettroniche: faccio delle presunte recensioni. È un canale che ho aperto da un paio d’anni. Il mio approccio ai video è dettato dall’avere un pretesto. Il mio è, appunto, quello della sigaretta elettronica, che uso per raccontare delle storie.

JE: E con questa tua frase ci siamo automaticamente giocati tutti i tuoi iscritti che non compreranno più il romanzo.

Enrico Pistoni: Assolutamente. Ho appena deluso, credo, un cinquantamila persone.

JE: Cinquantamila sono tanti, no?

Enrico Pistoni: Sì, penso che di iscritti, tra tutti i vari social, sui cinquanta/sessantamila.

JE: E come si fa ad avere cinquantamila iscritti? Insomma, non deve essere facile.

Enrico Pistoni: Come si fa non lo so, posso dire quello che ho fatto io. In questo momento tutti i social sono inflazionati, no? Secondo me uno che voglia entrare in questo mondo deve fare una serie di analisi di mercato.

JE: Quindi non basta improvvisare o, semplicemente, aprire un canale e vedere come andranno le cose?

Enrico Pistoni: Ni. Nel senso che poi la fortuna c’è e tutto quanto, però se vogliamo escludere la fortuna come variabile o comunque imboccarla al meglio possibile, secondo me si deve fare una seria analisi della nicchia in cui si vuole andare a mettere e fare qualcosa che altri non fanno. Se una persona decidesse di fare video sulla sigaretta elettronica dovrebbe guardare cosa e come fanno gli altri e trovare un modo nuovo di farla da una diversa prospettiva. Andare in diretta competizione con chi fa da anni un lavoro che vuoi fare da giorni, non porta a niente di buono.

JE: E, premettendo che uno come te ha davvero trovato un modo nuovo per fare comunicazione attraverso la sigaretta elettronica, c’è ancora spazio per chi vuole iniziare adesso? Non siete già in tanti?

Enrico Pistoni: Non c’è spazio se non hai fantasia, voglia di lavorare, perché fare video porta via tantissimo tempo, e fretta. Se hai fantasia, molta, se riesci a trovare un modo diverso dagli altri, c’è sempre spazio.

JE: Cinquantamila iscritti, due anni di video: cosa ti hanno dato e cosa ti hanno tolto?

Enrico Pistoni: Mi ha tolto molto tempo, molto davvero. Mi hanno dato, be’, diciamo che mi hanno fatto scoprire che anche partendo da una totale ignoranza in materia e in maniera completamente autodidatta si può arrivare a un buon livello. E sembra banale, ma davvero uno si accorge che lo stesso principio lo si può adattare in ogni campo della propria vita. La fine del “non lo so fare” diventa l’inizio del “non ho ancora trovato il modo per farlo”.

JE: Quindi davvero, due anni fa eri completamente all’oscuro sia della sigaretta elettronica, sia di montaggio video?

Enrico Pistoni: Assolutamente sì, ero completamente ignaro dell’una e dell’altra cosa. Il mio primo video postato nel canale è stato il primo video da me girato in cui vedevo per la prima volta un componente di una sigaretta elettronica. O forse il secondo, ma non il terzo di sicuro.

JE: Quel che si dice: “crescere col canale”.

Enrico Pistoni: Assolutamente sì, fare, disfare, imparare, mostrare. Un bel percorso, molto bello, anche se ovviamente mi ha tolto tantissime energie e tempo. Ma davvero, sono felice di avere usato quel tempo per fare quelle cose.

JE: E hai sempre voglia di fare video?

Enrico Pistoni: Ho sempre voglia di fare video, sì; sempre farli in funzione della sigaretta elettronica sì e no. Non è un argomento infinito, ma vedremo bene se ci sono nuove strade per parlarne. Ma sicuramente fare video è una cosa che amo, amo questo linguaggio.

JE: Anche perché tu di linguaggi ne usi parecchi, nel video c’è la musica, col video narri una storia.

Enrico Pistoni: Cerco di usarne, sì. C’è quello che al di là del video non si vede, un mini copione per raccontare la storia è il primo linguaggio, poi c’è la musica, e poi c’è il video. Una delle cose che mi ha dato il mio canale è proprio la possibilità di conoscere meglio questi linguaggi, esplorarli, cercando di unirli e giocando a disunirli.

JE: E tutto questo ha anche portato a prendere il personaggio Ignoranz Svapo e a farlo uscire dal video ed entrare in un romanzo o le due cose sono slegate?

 

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Il 14 marzo 2018 nascono i nostri podcast.

In Italia questo strumento non è ancora del tutto recepito e utilizzato, mentre negli Stati Uniti e in altri paesi il numero di utilizzatori ha superato quelli di Youtube.

Perché ? Perché è comodo, perché è come ascoltare la radio, ma quando e dove si vuole. In auto andando in ufficio, con le cuffiette mentre si aspetta in una delle tante code, durante la pausa lavorativa, la sera sul divano e lo stereo e gli occhi chiusi. Sta a youtube come la radio alla televisione, sono due mondi paralleli.

Perché no? Fondamentalmente perché non lo conosciamo.

I nostri podcast

Ce ne saranno, inizialmente, cinque a settimana (da giugno saranno dieci), a partire dal lunedì alle 10, fino al venerdì. Si potranno ascoltare direttamente dal sito (e in altre piattaforme) o scaricare i file e sentirli con l’ipad, col telefono, con lo stereo.
Saranno tematici:

Il Gioco: parleremo dei personaggi del nostro Gioco. Li presenteremo, li intervisteremo, spiegheremo le dinamiche, sveleremo retroscena.
Piccole storie del terrore: una serie ideata e condotta da Serena Barsottelli. Volete saperne di più? Nei prossimi giorni l’autrice sarà intervistata e saprete tutto.
Maledetti: scrittori, artisti, ma anche politici, cantanti, pittori. Le figure che ci hanno dato una prospettiva diversa, un nuovo modo di pensare, sicuramente non il nostro, sicuramente da capire.
Scrittura schizofrenica: cos’è? In questo link qualcosa si può capire. Sta in quel momento in cui vi siete appena svegliati, prima di vestirvi con la vostra cultura, la vostra educazione, la vostra poca o molta intelligenza, il vostro buon gusto, le vostre pessime maniere.
Cinema e Serie: Le ultime uscite, parliamone. Un classico degli anni ’90. La cinematografia francese e quel film passato inosservato. Insomma: cinema e serie.

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