Mario Red - Uomini che odiano le donne

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La Radio Nudista

Sì, capisco! L'esigenza, assolutamente, il gusto, la passione per la Gastronomia nostrana, orgoglio, mediterraneo, meridionale, la famiglia, l'Amore... A proposito sto seduto al mio posto assegnato sul treno proprio affianco a questa signora alla quale è rivolto un tizio. dirimpetto a noi, che le fa gesti teneri specchiandosi nel vetro blindato della alta velocità e resta lì, dolcissimo, fino a che il treno non parte, con i suoi movimenti muti e il labiale sorridente. Un uomo di mezza età, brillante, che saluta una donna di mezz'età, brillante, solo che lui è dall'altro lato del corridoio, e lei è a fianco a me, lato interno, e quindi tra loro ci sono io e un’altra coppia giovane che siede sulle poltroncine vicino al vetro e al mandrillone impegnato a fare il suo romanticissimo saluto da mimo, tanto che la lei della coppia giovane si rivolge al giovane e grasso lui per chiedergli: - Ma questo che vuole?

E comunque il treno parte, e io sto ancora con l'affanno per questa grossa borsa che ho dovuto trascinare lungo i corridoi lerci della stazione, attraverso questo treno lungo quanto la muraglia cinese, e appena ci muoviamo mi trovo a tirare la testa indietro, e diciamo pure che ho l'affanno perché ho appena sgozzato uno spinello, sì, fuori dalla libreria FeltriCazzi, si uno spino mi serviva, e anche un libro, il più cinico e farabutto scritto che abbia mai acquistato mi occorreva, il prima possibile, per fuggire da questa anomala (e neanche tanto) ondata di mediocre miele qualunquista nel quale ero stato recentemente travolto, e soprattutto per dimenticare quella sciagurata fiaba che mi ha consigliato una specie di secchiona con le lenti a culo di bottiglia, la classica tipa da love story di quarta categoria, da voltastomaco, la tipa ipersensibile, crocerossina, sesto, settimo, e ottavo senso, me lo sento!, l'amore!, il romanticismo!, la famiglia!

Eh sì mi sto pure ammorbidendo, ho pensato, conosciamola, vediamo cosa mi consiglia, diamo una chance nonostante già mi ammorbi con questa storia che lei non è una troia (a me piacciono le troie) e che se lavogliosoloscopareleinonèiltipo, che poi non ci penso neanche dato che quelle lenti a culo di bottiglia a me ammosciano anche il cazzo, e in tutti i modi mi consiglia sto fottuto romanzo di un’altra secchiona come lei (che magari avrà anch'ella le lenti a culo di bottiglia?) professoressa di Filosofia all'Università francese, e come un megacoglione sgancio quattordici euro per questa sfilza di luoghi comuni con una scrittura che compiace se stessa e la sua filosofia del cazzo, che non esime dallo spiattellare a ogni inizio dei piccolissimi capitoli furbi per allungare il brodo, un guazzetto edulcorato che mi ha fatto schizzare il diabete a cinquemila e dire che i presupposti magari c'erano anche, c'era un omaggio al mio essere operaio che si vergogna di farsi vedere con un libro in mano, insomma c'è questa donna portiere di un nobile palazzo parisienne grassa sciatta proletaria ma con una cultura mostruosa(che la scrittrice approfitta per esternare in noiosissimi paragrafi nei quali ostenta la sua filosofia trita da docente di Università), talmente charmant da voler nascondere questo suo acume con l'eleganza di una farfalla (anzi di un riccio) per non inquietare i nobili condomini del nobile e antico fabbricato finge invece di essere una buzzurra e l'aspetto fisico l'aiuta pure parecchio non destando sospetti (anche perché chi cazzo se ne frega!?), fino a quando non arriva un principe azzurro giapponese anziano miliardario con tutti i cliché sulla meravigliosa cultura nipponica che la tirerà fuori dall'isolamento della portineria e s'innamorerà di questo cesso trascurato. Il finale era la parte migliore infatti lei moriva, e mi sono anche un po' commosso pover grassona bella…

Eh, insomma avevo bisogno di tornare nel torbido...

E adesso potevo rilassarmi, con la testa sul poggiatesta anatomico, la borsa infilzata a fatica in un piccolo spazio avanzante nel vano poggia bagagli che era già bello pieno, e uno dei due libri in una presa immotivatamente forte tra le mie calde mani. Ma non era ancora il momento di leggere e non sapevo neanche se fosse mai arrivato. Forse questo è il motivo vero per il quale noi fumatori fumiamo. Insomma, sono seduto nel mio posto esterno di una fila a quattro poltrone e davanti a me è capitata una donna con un bimbo di pochi mesi in grembo; penso la solita fortuna e d'istinto mi volto a destra col nobile intento di scovare qualche figa. Ma niente, solo uomini che sembrano d'affari, coppie, famiglie, bimbi e anziani. Ok, perché alla fine sto bene anche così, a pensare. La coppia chiatta chiaramente non fa altro che spiluccare patatine unte e puzzolenti per ingannare il tempo.

Il treno ad alta velocità fa solo tre fermate. Alla prima, nella capitale del Paese, dopo circa un’ora, arrivo bello fresco e rilassato, per il vero un po' ansioso solo di farmi uno spino. Entra una donna nello stretto corridoio, alta, bionda, notevole, con ogni probabilità dell'est. Ha difficoltà come ogni nuovo passeggero che si appropinqui nello stretto corridoio ma questa è talmente bona che accorrono tre aitanti maschioni ad aiutarla. Dopo nessuno conosce più il proprio posto, ma tutti conoscono benissimo quello di lei e soprattutto quello affianco a lei, che il più audace e furbo dei tre ormonali riesce ad occupare con solerzia.

Mi viene in mente che era meglio se nascevo femmina e poi anche che dovrei controllare la mail, è una cosa che faccio di rado, ma aspetto un conto spesa da Broob e sono curioso su quanto debba sganciare. Ho il cellulare in mano ma già non ricordo cosa dovessi fare. Beh, questa è una cosa abbastanza torbida che mi fa sentire un ribelle un po' punk e posso mettermi l'animo in pace e spadellare qualche bella frase da trascrivere sul taccuino. Dopo circa una decina di minuti buttati al vento mi ricordo di nuovo della mail, e con solerzia, cercando di non perdere troppo tempo come se il treno sarebbe potuto arrivare entro tre minuti, pigio il tasto della mail, e poi quello per caricare le nuove mail, ed escono una sfilza di inutili spot, che riescono a dribblare come Maradona anche i filtri antispam, che mi abbagliano e mi arringano e quasi non mi fanno vedere una mail con la scritta: EDITORE.

Eh, sì! Ci trovo niente poco di meno che una mail della casa editrice che da a tutti gli aspiranti scrittori la chance e senza mai chiedere i soldi, chi merita va, wow sono dei grandi penso subito, gente seria, ah perché mi stavo dimenticando di raccontarvi che dentro la mail c'è scritto: Siamo lieti di comunicarle che lei(io!) è tra i vincitori del contest;!,eh si sono uno tra i vincitori contest ispirato al grande Carver, sono dei grandi, penso subito, poi però mi assalgono i dubbi: ma saranno seri?, forse è solo una pagliacciata, mi vogliono imbrogliare, farmi illudere e poi spillarmi tutti i soldi? Ma no, penso, non ti buttare giù sei un grande, hai finalmente ricevuto l'apprezzamento da parte di gente competente, si perché son gente competente loro, poi non vogliono soldi, è fantastico che esista ancora della gente così, è magnifico che qualcosa che abbia scritto io finalmente piaccia a qualcuno. Il giovanotto robusto che era riuscito a sedersi a fianco alla stangona probabilmente russa sta tentando di attaccar bottone ma lei sembra decisamente infastidita. Penso che ad uno scrittore, voglio dire ammesso che io veramente lo sia e che in qualche modo lei venga a saperlo, non saprebbe resistere, eh, eh, eh sì lo so che sto esagerando...ma cazzo! se non è bello che qualcuno legga un vostro lavoro, seppur striminzito, e poi dica bello! Questo vince!

Cerco di leggere ma sono troppo eccitato e mi installo sul sito di questi grandissimi Editori per vedere in effetti cosa ho vinto, a che posto sono arrivato, e a dare un’occhiata agli altri racconti vincitori. Il bimbo si è addormentato, lo osservo con tenerezza e la madre sembra gradire. Intanto fuori dal finestrino la campagna si srotola come se fossi in un documentario, che poi è anche l'unica poetica oramai rimasta in questi treni ad alta velocità, il resto è un freddo arredamento sintetico disseminato di Brand e partnership varie, ma devo dire che a me fotte poco della poesia in un treno, cioè mi interessa la poesia ma posso anche abbozzare sul treno visto che adesso ci impiega solo tre comode ore rispetto ai viaggi interminabili di una volta, in definitiva se volete un po' di poesia basta leggerla, anche su internet a gratis, si può fare tranquillamente a meno di stare per ore in un carro bestiame! Solitamente gli angeli dell'editoria premiano uno, max due racconti ogni contest ma leggo che per l'occasione, data la grande partecipazione e l'elevata qualità dei manoscritti inviati, straordinariamente ci sono stati otto vincitori. Ciò mi intristisce un po' e penso che dovrei pisciare anche se non ne ho voglia, che è quello che faccio sempre perché ho la vescica che non funziona bene e non mi dà nessun preallarme e cioè quando mi accorgo che devo pisciare e spesso già troppo tardi. Qualcuno dice che è colpa della prostata. Comunque mi alzo e solo in quel momento mi accorgo che dietro a me c'era tutto un mondo inesplorato, cosa che non mi ecciterebbe neanche tanto (anche perché in questo momento poco mi può toccare) se non fosse per una tipa stivaluta occhialuta, visione peraltro sublimata dalla vista di un libro tra le sue mani, e quando passo alza lo sguardo su di me e addirittura accenna un sorrisetto e o forse lo fa solo perché sto fatto e o mi vede fatto, ma io come niente vado a pisciare e anche se il treno non è molto affollato trovo una mini-fila composta da due pisciasotto e io mi accodo in terza posizione. La seconda posizione è occupata da una donna nana che ha l'aria di essere un po' svitata e mi consolo a testa china pensando alla stivaluta occhialuta seduto nel mondo inesplorato alle mie spalle, solo che a un tratto la tizia mi zompetta dinnanzi agli occhi come una svitata e poi si volta di botto e continuando la sua patetica danza mi rivolge la parola.

   - Forte questa Radio!

   - A me non prende.

   - Neanche a me.

   - Allora che senti?

   - Internet.

   - Ah già internet. - Anche se stavo navigando da circa mezz'ora non ci avevo proprio pensato

   - C'è una radio bellissima...

   - Ah, sì, e come si chiama?

   - LRN

   - Comee?

   - La radio nudista

   - Comeee?

   - Non ne hai mai sentito parlare? - E ancora mi zompetta davanti, e ancora il cesso ad alta velocità non si apre, siamo sempre noi tre e il primo sembra una mummia che fissa il cesso senza neanche voltarsi nonostante tutto il baccano che fa la nana

   - La radio nudista! - ripete la nana tra il lieve fruscio del treno ad alta velocità.

   - Cioè trasmette programmi per nudisti? O i deejay sono nudi?

   - No, son loro che son nudi...

   - Ma tu non puoi vederli!

   - Ma vuoi mettere la differenza che c'è tra parlare ad una radio vestiti o completamente nudi!

Ci penso. E la porta si apre come in un film di fantascienza e ne esce un tipo robusto ma non troppo evidentemente imbarazzato evidentemente per il tempo che ci ha impiegato. Penso a questi tipi della radio, chiusi in quello che nel mio immaginario interamente suffragato dalla tv è il classico loculo vetrato dove incastrano tutti i conduttori radiofonici, completamente nudi che si sentono hippie liberi di dire tutte le porcherie che vogliono in quanto svestiti. La trovo una scena ridicola e domando: - Ma ci sono anche donne?

Nel frattempo, il primo è entrato nel cesso e noi facciamo istintivamente un passo in avanti

   - Certo! - Risponde la sciroccata.

   - E stanno insieme agli uomini?

   - Certo! In qualche trasmissione sì! Perché, che c'è di male?

   - Ah, nulla... specialmente se sono belle donne.

Credevo potesse essere una buona battuta, ma lei no perché si volta verso la toilette come se non ci fossimo mai parlati. Cazzo di nana pazza, penso, e allo stesso tempo esce il primo ed entra lei. Adesso sono solo e ho quest'immagine di ‘sti cazzoni nudi chiusi dentro ad uno striminzito stanzino con le pareti vetrate e microfoni e fili ovunque, mi è anche passata di mente la casa editrice Santi Subito. Poi chissà se è vero. Sicuro la nana ha qualche rotella fuori posto, ma lei ballava felice sotto gli input di ‘sti zozzoni radiofonici, e probabilmente lei ha capito tutto ed io niente, come mi accade spesso. Sento dei passi alle mie spalle e non mi faccio pregare prima di voltarmi curioso e vengo premiato e mi sento proprio come ti senti quando dal nulla, o magari dal torbido, nascono così, quando meno te lo aspetti queste giornate speciali, piene di sorprese, premi e soddisfazioni che ti illuminano di una luce nuove che fa sì che tu piaccia a tutti e in special modo alla occhialuta stivaluta che prende la seconda posizione rivolgendomi un altro sorriso che spalanca una bella dentatura bianca tutta allineata, ma richiude la bocca e non parla e qualche secondo dopo mi trovo in quella spiacevole situazione nella quale credi che lei stia pensando ma questo cosa aspetta! e diciamo pure che si è alzata subito dopo me e magari questo è un segno del destino o addirittura l'ha fatto apposta attratta da un oscuro magnetismo che solo gli scrittori possono emanare, allo stesso tempo combatti contro la tua timidezza o magari pensi che è stata tutta un illusione e che ti abbia sorriso solo perché è gentile - alla fine che credi di aver di tanto speciale tu?, questa potrebbe scoparsi chiunque in un attimo con un semplice schiocco di dita, figurati se è interessata a te, però poi penso anche che oramai chissenefrega sento ancora un po' di sballo anche se sta svanendo e prendo coraggio anche perché penso che in effetti non ci voglia neanche coraggio perché non ho nulla da perdere e allora mi faccio questo coraggio che non serve e penso finalmente a qualche modo per attaccare bottone - magari parlandogli proprio della Radio Nudista? - secondo me colpirebbe anche lei come ha colpito me questa storia strana di ‘sta nana pazza che però pazza e buona mi ha cambiato la giornata con questa cazzo di storia paradossale, eh si tanto cosa ho da perdere io povero impiegato anonimo che sogna di fare lo scrittore ma per il momento ha solo vinto un contest inviando un racconto di millecinquecento parole circa, però potrei parlargli proprio di questo! Aveva anche un libro in mano e noto di sottecchi che ha anche un paio di tette non troppo grandi ma sode di quelle classiche che vanno in una coppa di champagne, allora si il gioco vale la candela, mi decido e prendo fiato sto per proferire la prima parola e forse la proferisco pure ma non la sento né io né lei né nessun altro, che forse abbia perso la voce? Lei tra l'altro, qualche secondo dopo essere arrivata a raggiungere la sua seconda posizione, ha calato la testa sul proprio smartphone e questo proprio non è incoraggiante, ma cerco di non pensarci e prendo di nuovo fiato con un forte rinnovato nervosismo derivante dal primo fallimento che mi fa perdere altro tempo prezioso, davvero prezioso perché la porta del bagno si apre ed esce la folle nana sempre zompettando e prima di andarsene via mi saluta

   - Arrivederla Signore!

Resto di sasso al punto che la ragazza occhialuta stivaluta rivolge la parola, lei a me: - Signore potete entrare, il bagno adesso è libero!

Riprendo il mio posto, davanti alla signora con il bimbo che adesso dorme beato, mentre lei mi sorride che non faccio a tempo a sedermi, anche rallentato da un dolore articolare al ginocchio destro che mi è appena soggiunto e finalmente serena, si può rilassare e mi chiede:

   -  Si vede che le piacciono i bambini, magari ha anche qualche nipotino piccolo?

Mi limito a rispondere no, poi scambiamo qualche altra battuta convenzionale ma il discorso non decolla soprattutto per colpa mia. Poi finalmente mi decido a prendere uno dei due libri che ho intensamente preteso qualche ora prima e comincio a sfogliarlo. La mamma ci inserisce su un’altra domanda, magari per non concludere la nostra conoscenza così banalmente:

   - Ah, le piace leggere! Ho appena terminato un bellissimo libro di fantascienza, mi è piaciuto tanto!

Molto meglio del film! Vabbè è quasi sempre così....

   - Eliminerei il quasi… - Dico subito d'istinto, quasi quasi un po' infastidito.