- Che legami hai creato all’interno del gruppo?
Vanessa, la celebre Vallini, è stata la prima persona a cui mi sono avvicinati, ma dopo un po’ è stata “passione folle” per Margherita Solani: intelligente, mai banale, mai scontata e sempre ricercata nelle sue trovate. Anche l’Antropologo mi ha dato un bel po’ da fare, ma poi ci siamo un po’ persi…
- Una cosa che cambieresti? Una persona che non avresti voluto conoscere, all’interno del gruppo?
Credo Eddy e Giuseppe, la loro presenza non è stata particolarmente rilevante nel gruppo, né la loro presenza determinante (almeno secondo me). Terrei stretti tutti gli altri.
- Adesso spiegaci cosa hai provato nel conoscere la vera identità dei tuoi compagni di gioco.
Un trauma! Mai avrei pensato che dietro l’identità misteriosa dell’Antropologa si celava una bella fanciulla. Stesso discorso per Nicola, alias Chiara. Bianca, nei suoi veri panni, è stata, invece, una bella scoperta. Il fatto è che non è facile ad abituarsi a un’identità totalmente sconosciuta rispetto a quella con cui si è condiviso qualcosa per ben quattro mesi.
E adesso conosciamo meglio Nicoletta Fanuele e la sua Ginevra Mantovani.
- Finito il gioco e le pubblicazioni che ne derivano, cosa pensi che succederà al tuo personaggio?
Mi piacerebbe continuare a dar voce a questo personaggio, alla mia Ginevra. Anche perché trovo che Ginevra sia un nome terribilmente elegante!
- Al di là del gioco: progetti di scrittura?
Sogni tanti, progetti meno. Il mio sogno nel cassetto rimane quello di pubblicare una raccolta di racconti tutta mia. Ne ho una quasi pronta chiusa in un cassetto, chissà che non possa decidersi di uscire allo scoperto!
- Un ultimo aggettivo, solo uno, per definire i tuoi quattro mesi ne Il gioco.
Elettrizzante!