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Venerdì, 12 Gennaio 2018 15:26

Il gioco - Intervista a Nicoletta Fanuele

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- Ciao, ti puoi presentare per noi?
Ciao a tutti, mi chiamo Nicoletta, ho 25 anni e vivo in Basilicata. Sono una giornalista pubblicista per professione e una scrittrice per passione. In realtà il giornalismo, a causa della condizione precaria in cui versa, non mi soddisfa né gratifica, è per questo che sto cercando di realizzarmi in altri ambiti della comunicazione.

- Come sei venuta a conoscenza de Il gioco?
Annuncio su Facebook, in uno di quei gruppi dedicati ai concorsi letterari.

- Come mai hai deciso di partecipare?
Per mettermi in gioco, per far uscire fuori una me diversa, ma non per questo meno affascinante.

- Spiegaci cosa vuol dire stare per quattro mesi in un gruppo di estranei.
Significa, prima di tutto, domandarsi tante cose, provare a indovinare chi si nasconde al di là della tastiera. Significa mettersi a nudo, fidarsi e lasciarsi andare come, forse, nel rapporto interpersonale non accadrebbe, o almeno non subito.

- Ci parli del tuo personaggio e del perché lo hai scelto?
Sono Ginevra Mantovani e ho trent’anni. Mi divido tra la Basilicata, la mia terra, e Salerno. Sono un’impiegata per un’agenzia di comunicazione ed ho un rapporto a dir poco controverso con gli uomini. In realtà la mia vita nasconde numerosi nodi irrisolti. E pensare che il giorno più bello della mia vita è stato lo stesso che era cominciato con un barattolo di Nutella rotto.

 

- Che legami hai creato all’interno del gruppo?
Vanessa, la celebre Vallini, è stata la prima persona a cui mi sono avvicinati, ma dopo un po’ è stata “passione folle” per Margherita Solani: intelligente, mai banale, mai scontata e sempre ricercata nelle sue trovate. Anche l’Antropologo mi ha dato un bel po’ da fare, ma poi ci siamo un po’ persi…

- Una cosa che cambieresti? Una persona che non avresti voluto conoscere, all’interno del gruppo?
Credo Eddy e Giuseppe, la loro presenza non è stata particolarmente rilevante nel gruppo, né la loro presenza determinante (almeno secondo me). Terrei stretti tutti gli altri.

- Adesso spiegaci cosa hai provato nel conoscere la vera identità dei tuoi compagni di gioco.
Un trauma! Mai avrei pensato che dietro l’identità misteriosa dell’Antropologa si celava una bella fanciulla. Stesso discorso per Nicola, alias Chiara. Bianca, nei suoi veri panni, è stata, invece, una bella scoperta. Il fatto è che non è facile ad abituarsi a un’identità totalmente sconosciuta rispetto a quella con cui si è condiviso qualcosa per ben quattro mesi.

 E adesso conosciamo meglio Nicoletta Fanuele e la sua Ginevra Mantovani.

- Finito il gioco e le pubblicazioni che ne derivano, cosa pensi che succederà al tuo personaggio?
Mi piacerebbe continuare a dar voce a questo personaggio, alla mia Ginevra. Anche perché trovo che Ginevra sia un nome terribilmente elegante!

- Al di là del gioco: progetti di scrittura?
Sogni tanti, progetti meno. Il mio sogno nel cassetto rimane quello di pubblicare una raccolta di racconti tutta mia. Ne ho una quasi pronta chiusa in un cassetto, chissà che non possa decidersi di uscire allo scoperto!

- Un ultimo aggettivo, solo uno, per definire i tuoi quattro mesi ne Il gioco.
Elettrizzante!