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Intervista a Mara Genotti Brat e Grumo, tra pochi giorni cureranno la loro rubrica sul sito fino a renderla cartacea.

1-  Sappiamo che scrivi e che hai gatti, ma per il resto, cosa fai nella vita?

Da pochissimo tempo ho iniziato a collaborare a tempo pieno con una start up che gestisce siti e blog e crea testi e contenuti informativi, occupandomi sia della stesura di testi che della revisione degli scritti di altri articolisti.

Nel tempo libero pratico yoga e leggo. Sto anche cercando di imparare a nuotare… Che il Cielo me la mandi buona!

2-      Chi è Grumo? E perché questo nome?

Grumo è il protagonista della mia storia ed è un gatto di strada, il classico randagio anonimo e un po’ polveroso. Da qui il suo nome (Grumo di Polvere, per l’esattezza), che gli viene dato proprio a causa dello strato di sporcizia che riveste il suo manto.

Si sa che i gatti sono animali molto puliti, purtroppo però quando vivono in strada è possibile che la loro meticolosa toelettatura non riesca a togliere i segni della vita all’aperto!

3-      Come mai la scelta di far parlare un gatto?

Questa scelta è stata dettata sia dalla mia passione per questo animale sia da alcuni fatti di cronaca più o meno rosa. Alcune notizie, infatti, talvolta ci raccontano di gatti in grado di accompagnare alla morte le persone o, senza avvicinarsi ad ambiti così tetri, di essere particolarmente sensibili al dolore e agli stati di fragilità.

In realtà molti animali vengono arruolati nei progetti di pet therapy, ma si sa che ai felini viene da sempre attribuita una marcia in più in questo ambito. E quindi ecco il nostro gatto parlante!

4-      Sarà un’unica storia o singole avventure?

Entrambe le cose: il filo conduttore è la storia del gatto e la sua ricerca di risposte legate alle “cose misteriose che solo i gatti possono vedere”, ma in tutto questo Grumo si interfaccia con le persone che incontra, portandoci a conoscere più vite e, quindi, più racconti.

5-      Vivi con altri animali?

Sì, ho adottato un topolino da un’associazione (La Collina dei Conigli) che salva gli animali da laboratorio, dando loro la possibilità di un riscatto. Vi lascio immaginare quanto sia felice il topolino di convivere con due gatte!

6-      Prima di Grumo avevi già scritto?

Sì, avevo già scritto. In realtà però non ho mai portato a termine una storia in maniera completa come ho fatto con questo scritto, fondamentalmente per mancanza di tempo.

7-      Pensi sia importante leggere per scrivere?

Sì, penso che la lettura, magari di generi differenti, permetta di guardare il monitor o il foglio su cui si scrive attraverso un prisma, che aiuta a vedere e a descrivere più sfumature della storia che si vuole raccontare, o semplicemente ad esprimersi meglio.

8-      Libri che ti hanno ispirato?

Sebbene mi piaccia moltissimo leggere, non mi sono ispirata a nessuna storia in particolare per raccontare questa vicenda, e forse questo è stato il motivo per cui ho deciso di dare priorità a questo scritto e non agli altri che popolano il mio pc e i miei appunti volanti.

Se invece devo dire quale libro mi ha dato l’input di provare a scrivere qualcosa di mio, beh, ogni volta che finisco un libro penso: “Uao, lo voglio fare anche io!”

9-      Grumo è un gatto libero o vive in casa?

Grumo inizialmente non vive in casa, tuttavia nel corso della storia trova una famiglia molto particolare, per il resto bisognerà leggere il romanzo...

10-   Ecco, appunto, perché leggere le avventure di Grumo?

Direi di leggerlo perché, che piacciano o no i gatti o gli animali in genere, Grumo racconta tante storie e tante realtà che ogni giorno si intrecciano alla vita di ognuno di noi. Spesso ignoriamo queste storie, per fretta o per paura di affrontare tematiche troppo complesse o che possono spaventare e costringerci a fare i conti con noi stessi.

Infatti Grumo ci racconta le vicende di persone che possiamo eventualmente sentire molto lontane da noi, perché non conosciamo nessuno che ci ricorda quella situazione specifica (i disabili, ad esempio), ma anche storie che presto o tardi ci toccheranno in prima persona, e che per questo vorremmo tenere lontane dalla nostra mente (a partire dalla condizione degli anziani che si trovano nelle case di riposo. Insomma, saremo tutti vecchi un giorno, ma chi ha voglia di pensarci?).

Non siete ancora convinti di leggere questa storia? Beh, allora leggetela per scoprire cosa fissano i gatti quando il loro sguardo si perde nel vuoto, magari proprio alle nostre spalle!

11-   Cosa ti farebbe piacere che una persona pensasse dopo aver finito il tuo romanzo?

Mi piacerebbe innanzitutto che si asciugasse una lacrimuccia, ma se non dovesse accadere vorrei che pensasse che forse un giorno lo rileggerà volentieri!

Pubblicato in redazione