Azhad, intervista e recensioni - parte prima

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Quando mi hanno detto che avrei potuto recensire i prodotti di Azhad e intervistarlo ho esclamato: “porcapaletta!”.
Azhad (Andrea Colaianni) è uno dei personaggi mitici del mondo dello svapo. Fu il primo (a memoria) a dare la possibilità (almeno in Italia) di utilizzare liquidi che non fossero chimici. Chi frequentava forum qualche anno fa (inutile ripeterlo: per i vapers la memoria è quella di un cane, cinque anni fa sembrano trentacinque) e voleva svapare un tabacco aveva una sola ossessione, e questa ossessione aveva un solo nome: “mille”. Mille era (e in parte è) il liquido più rappresentativo di Andrea, quello che subito viene in mente pensando al suo nome. Su questo liquido si è detto davvero di tutto: “è il tabacco”, “sembra una sigaretta”, “bisogna lasciarlo maturare dodici anni per poterlo apprezzare appieno”, “non è più quello di una volta”, “svaperò sempre e solo mille”. Le recensioni sono sempre pareri, ovviamente, però per essere utili devono avere, nelle parole, dei dati veri, non soggettivi. Il Mille è un liquido “tabaccoso”, nasce da estrazione (e non macerazione), organico in questo caso non vuol dire nulla, e non ricorda minimamente la sigaretta. Per capire questo liquido appieno il nostro palato deve avere cultura. Lo so, spesso si dice: “ma che c’entra la cultura? “A me piace una cosa, a te un’altra, tutto è soggettivo”. Giusto, difficile contraddire, ma, al solito, c’è un però. Se siamo amanti delle foto e le abbiamo studiate a fondo, se ne abbiamo guardate milioni, se siamo andati a mostre, potremmo vedere maggiori dettagli rispetto a chi ne ha viste due in tutto e tutte e due provenienti da un Iphone. Se abbiamo passato anni a degustare vino, sapremo riconoscere tutte le sfumature di un Brunello, dopo un sorso di un Armandi de Brignac ci sentiremo catapultati in una vigna a La Marne e non nel discount vicino casa. La cultura aiuta la comprensione e favorisce la percezione.
Quindi: possiamo svapare il mille come primo liquido e senza avere mai avuto una scatola di Samuel Gawit tra le mani? Certo che sì. Lo troveremmo buono anche senza conoscerlo? Probabilmente sì. Lo apprezzeremo a pieno? Sicuramente no.
Il mille è un liquido (mi verrebbe da scrivere “tabacco”) complesso. Nelle sue basi ci sono tipologie di tabacco della “english mixtur” da pipa. Quindi Virginia, latakia, orientali (e già così la definizione è superficiale, i virginia sono tanti, i latakia li producono in diversi posti, gli orientali sono un gruppo, non un sottogruppo).

Ma andiamo con ordine.

Andrea Colaianni, l’intervista



1) Il tuo nome è uno dei primi che ha iniziato a girare nel web in rapporto al tabacco per sigaretta elettronica, ci puoi dire come è iniziato il tutto?

L’inizio è ancor prima l’avvento della sigaretta elettronica, è un amore per il tabacco da pipa nato nel salotto/bottega di Paolo Becker e Massimo Musicò, che mi hanno iniziato ai misteri della pipa e della miscelazione del tabacco. Affinata poi negli anni, producendo misture da pipa inglesi ed aromatiche per uso personale e per gli amici del club della pipa. Iniziando a svapare, ho subito visto che erano presenti aromi al virginia, latakia, perique, e molti altri. Preso dalla smania di potermi ricreare la mia mistura inglese preferita li presi tutti… Il risultato come potete immaginare è stato terrificante, sapori che andavano dalla paglia fresca alla fagiolata stracotta. Tristemente ho abbandonato quella idea ed ho iniziato a spavare, come tutti gli altri a quei tempi, semplici liquidi mono aromatici, ad esempio alla mela, o alla fragola.

Ovviamente in testa mi ronzava l’idea che poteva esserci un modo per fare un liquido dal tabacco, e, circa otto o nove anni fa, tanto per provare ho messo un po’ della mia migliore e personale mistura inglese, in una bottiglia di glicole propilenico, l’ho riposta in un ripostiglio buio, e l’ho subito dimenticata. Dopo qualche mese, credo sei, l’ho ritrovata e, dopo una veloce filtrazione, sono rimasto folgorato dal risultato: c’erano potenzialità, così mi misi a sperimentare e da lì a poco era nata l’estrazione dell’aroma naturale di tabacco per infusione.

2) Per un periodo abbastanza lungo comprare i tuoi liquidi sembrava una iniziazione per il paradiso dei tabaccosi, come funzionava?

Al vero inizio bisognava essere mio amico e in questo caso regalavo le varie prove di estrazione e filtrazione. Quando poi i costi sono iniziati a diventare insostenibili per un semplice hobby, ho iniziato a creare dei gruppi di acquisto in cui si prenotavano delle boccette dei vari aromi, io poi con quei soldi compravo tabacco e attrezzature, e alla fine spedivo il prodotto. Questo sarà stato ripetuto poche volte, non più di cinque, ma alla fine avevo bene in mente il metodo con cui fare le mie estrazioni, e tutti i macchinari che mi sarebbero serviti per avere una produzione più grande.

3) Quando hai deciso di diventare "società"?

Durante il periodo in cui producevo per gli amici molti negozi mi contattarono per poter comprare i miei aromi da mettere in vendita, ma ho sempre rifiutato. Persino Orlando D’Alessandro (La Tabaccheria) mi contattò offrendomi di lavorare per lui, ma anche lì rifiutai, perché sapevo che la situazione legale nebulosa sulla lavorazione del tabacco si sarebbe chiarita e che avrei finalmente potuto aprire la Azhad’s Elixirs.

4) Adesso è la tua attività principale?

Unica e sola: mai lavorato tanto in vita mia! Ma è un lavoro che amo e che mi pone continue sfide: non cambierei mai.

5) Sei passato da produrre solo tabaccosi ad avere una linea cloud, come mai?

Per la stessa ragione per cui ho iniziato a produrre aromi di tabacco: non ero soddisfatto da quello che trovavo in giro, e considerandomi un ottimo cuoco e passabile pasticcere, mi sono messo sotto e, dopo sei mesi di esperimenti e prove, sono riuscito a produrre dei liquidi di cui vado molto fiero: gusti particolari e creati con un riguardo speciale alla resa dei vari aromi alle varie temperature di svapo; ogni mio liquido da cloud ha tre sapori distinti (gustabili rispettivamente a circa 60 watt, 100 watt e oltre 150 watt); penso di avere creato dei liquidi non banali in grado di non stancare anche se svapati tutto il giorno.

6) Sei uno dei pochi che sostengono l'uso dei tabacchi nel cloud, quali dei tuoi pensi vadano bene ad alti wattaggi?

Praticamente tutti, la pipa e soprattutto il sigaro producono un fumo caldissimo, alla pari di uno svapo in cloud. Preparando i miei aromi al 20% di diluizione in puro VG (glicerina vegetale), si possono svapare dai 60 ai 300 watt e si apre un mondo completamente diverso. Sicuramente è da provare.

7) I tuoi sistemi preferiti?

Variano: passo dalle box in bottom feeder con i vari strike e notoy per uno svapo tabaccosi di guancia, alle box BF con goon, velocity e altri per il cloud, poi magari passo ai tubi, e me ne porto tre con me, ultimamente il raven con il sith, il bane nero con un goon nero e un’Indra di Negus sempre con il Goon. Anche se in questo momento sto svapando con due triade 250watt con sopra un vcst 36mm e 30mm, caricate con black hole’s embrace e popzilla.

8) Cosa pensi della questione diacetile/liquidi americani, e, allargando il discorso, pensi che il fenomeno americano sia solo una moda o apprezzi quel modo di fare liquidi?

I liquidi americani che arrivano a noi in Italia non sono quelli che in realtà piacciono in America, fortunatamente sto vedendo che hanno iniziato ad abbassare i livelli di zuccheri, prima erano veramente disgustosi dopo alcune svapate. In ogni caso sono un fan del churros e pudding della “the Milkman” e del Philippe Rocke.

Il diacetile è un discorso a parte: non lo metto nei miei liquidi, ma è solo per placare le masse: si è creata una isteria collettiva su questo prodotto, quando nei pochi casi accertati di “polmone da popcorn” sono avvenuti in fabbriche in cui i valori di diacetile respirati erano triliardi di volte maggiori a quelli presenti nel fumo di una sigaretta, che di suo è di duecento volte più grande del vapore di un liquido con aroma al diacetile.

9) Dovessi salvare un solo tuo liquido, solo uno, quale sceglieresti?

Il Diecimila: per me è l’apice di un lunghissimo studio di miscelazione, di tecniche estrattive, di affinamento della distillazione frammentata, di maturazione a pressioni, di temperature e ossigenazione fluttuanti a regime controllato. Posso farlo ancora più secco, ma aspettiamo il centomila!

10) È appena uscita la tua nuova linea, in cosa pensi differisca dagli altri tuoi liquidi?

La linea Hyperion rappresenta per me l’eccellenza, sia nella scelta di tabacchi pregiati e smodatamente costosi, sia nella preparazione, prima e dopo l’estrazione dell’aroma, sia nella maturazione controllata. Ho sempre avuto remore nel proporre liquidi pronti: io vorrei che tutti usassero gli aromi dove, a un costo alla portata di tutti, posso offrire quella che considero vera qualità. Per questo ho sempre resistito a commercializzare un prodotto che è semplicemente l’aroma mescolato alla base, poiché’ mi sembra un gioco delle tre carte il cui unico vantaggio è del produttore che ottiene un ritorno monetario facile e a mio avviso poco meritato. Ho sempre offerto liquidi pronti solo quando sapevo di poter dare qualcosa in più, dapprima nei barricati, dove appunto la maturazione in botti di legni scelti appositamente va a impreziosire i vari aromi, adesso nella Hyperion in cui offro una maturazione impossibile da ottenere in casa.

11) Altri progetti in corso?

Molti: l’espansione delle linee di aromi tabaccosi, l’aggiunta alla linea essential di aromi naturali non di tabacco di altri gusti come la nocciola e il pistacchio, una line di aromi non tabaccosi per lo svapo di guancia o da cloud, una linea di aromi tabaccosi full VG per gli intolleranti al glicole.

12) Come pensi che inciderà, se inciderà, l'applicazione della nuova normativa per chi svapa?

Cambieranno alcune abitudini, più gente si avvicinerà agli aromi e alla miscelazione casalinga, ma alla fine non cambierà più di tanto. A parte che i negozianti avranno purtroppo un margine minore di guadagno sui liquidi con nicotina. Per questo credo che i mix and vape, che provai a far adottare con la linea barricata e cloud saranno il futuro.

13) Ultima, classica, domanda: altro da aggiungere?

Noterai che nelle risposte non ho mai detto la parola “macerazione” o “macerato”, questo perché il termine è improprio, il processo estrattivo è per infusione, e il risultato è un estratto, non, appunto, un macerato.
Dopo l’estrazione per infusione il mio processo continua con un’altra estrazione per via di distillazione frazionata il cui estratto finale è poi l’aroma naturale, e non organico, che finisce nelle boccette. I miei estratti sono pronti da svapare appena mescolati, ma non ho voluto forzare l’estrazione e “cristallizzare” l’aroma in uno specifico gusto, ma ho preferito lasciarlo libero di poter maturare ed esprimersi in modi diversi, questo perché un mio liquido appena mescolato, quello di una settimana, o di un mese, sei mesi o un anno sono di fatto cinque liquidi completamente diversi e distinti, e chi sono io per dirvi quale vi deve piacere di più?

 

Azhad: le linee



In questa recensione vi parlerò di tre linee:
La nuovissima The Hyperion Collection, la Barrique, la Azhad’s Clouds. Le altre due in produzione (Elixirs ed Essentials) sono in maturazione, non essendo liquidi pronti, quindi per conoscere le mie impressioni vi tocca aspettare un paio di mesi.

 

Azhad’s Clouds




Prima ho scritto di cultura, per il tabacco, in accezione positiva. La cultura può essere anche negativa. Se si passano anni a mangiare cibo affogato nella maionese e nel ketchup sarà, poi, non immediatamente apprezzabile una pietanza naturale e raffinata.
Nel mondo del cloud una cultura ha invaso le boccette di liquidi: l’America.
Il liquido americano (ovviamente con alcune ottime eccezioni) devasta le papille gustative. Dopo sei tiri ci sembra il più buono del mondo, dopo dodici ci dà alla testa, dopo diciotto lo abbandoniamo causa nausea e repulsione. E passiamo a un altro liquido, sempre americano, sempre il migliore del mondo al sesto tiro, sempre abbandonato al diciottesimo.
Questa linea è agli antipodi, è la risposta della trattoria ricercatissima al mc donald. È sapore contro stordimento da iper sapore.
Questi liquidi li ho provati con tre sistemi:

Goon con cinque spire twistate a 100 watt, velocity (in botton feeder) con cinque spire in kanthal a 80 e vcst a 60.

Black Hole’s Embrace

Crema e biscotto. Inizio col velocity (mi dà una restituzione degli aromi meno distinta, ma più calda) e l’aroma è ottimo, dolce senza neanche una stilla di sentore zuccherino di troppo. Il gusto è morbido, i due ingredienti principali sono compatti, non lasciano scappare dalla sensazione, sono un tutt’uno. Il vapore è abbondante, grasso: sazia. Col vcst la sensazione è meno appagante, più tenue, anche se il livello resta molto alto. Un poco meno dolce, forse per svapate molto lunghe è la soluzione perfetta. Col goon, a mio avviso, dà tutto quello può, ed è molto. A differenza del velocity questo atom mi fa sentire bene i gusti, come fossero sovrapposti prima di unirsi. Per la serata è perfetto, il vapore è leggermente meno grasso che col velocity ma non arriva certo a graffiare.

Medusa

Amate il gusto del cetriolo? Passate l’estate a sbucciare mandarini? E’ il vostro liquido. Se, al contrario, come me detestate il sapore dell’orrendo verdone, evitatelo come la peste! Scherzi a parte: non ce l’ho fatta. Ho provato sperando che la descrizione del produttore fosse ingannevole, ma niente, è tutto vero. Il liquido è fatto bene senza dubbio e altrettanto senza dubbio è rinfrescante. Ma non per me.

Mummy’s Custard

Crema, cereali, cioccolata bianca. Verrebbe da dire “perfettamente uniti”, ma è così solo col velocity a ottanta watt: perfetta fusione. Col goon i gusti giocano a nascondersi, ne trovi uno, forte, è la crema, e poi arrivno i cereali, e poi, ancora, la cioccolata sembra coprirli per qualche secondo, ma ancora i cereali prendono la meglio. Sembra un gioco di sapori che si rincorrono, si uniscono, tornano a scindersi. Il sapore è eccezionale, cremoso ma non stucchevole, dolce senza stancare. Col vcst c’è meno gioco, mena cremosità, ma il gusto è perfetto fino all’ultima goccia del tank.

Peannut Butter Jelly Time

Pane appena tostato, burro di arachidi e confettura di fragola per un liquido che ha come unico difetto la confezione da soli trenta ml. È il liquido da cloud che meglio rappresenta la mia idea di “liquido da cloud”. Rappresenta interamente il mio pensiero sulle differenze culturali che abbiamo noi in Italia rispetto a quelle che hanno in America (salvo, poi, farci influenza malamente da loro). A seconda del wattaggio restituisce più solidità delle tre componenti o meno, più vapore, ovviamente, e più senso di sazietà. Ma questo è davvero il liquido da cloud. Nessun obbrobrio nauseabondo, nessuna sovrastruttura americana, nessun senso di gomma da masticare andata a male e troppo aromatizzata. Qui i sapori sono veri, sono buoni, sono magistralmente uniti.
Da provare, con una unica avvertenza, una volta preso, iniziate a ordinarne altre confezioni, almeno non restate senza.

Pop Zilla
Popcorn, caramello, cioccolato belga sono gli aromi di questo liquido da cloud. Ho provato anche questo liquido con i tre sistemi sopra descritti, ma qui ho trovato il sapore in un tono minore. È buono, si sente il popcorn, si sente il caramello, ho sentito poco il bianco cioccolato. Non mi ha catturato, a differenza degli altri non riesco a trovarne l’originalità. È gradevole, non stanca, ha, per il mio modo di svapare, un poco di personalità in meno di degli altri. Non è indimenticabile, ma sicuramente, se piace il popcorn, è da provare.

The Hyperion Collection




Prima di entrare nel dettaglio degli otto liquidi che compongono questa linea voglio dire due parole in generale.
Non so quanti di voi conoscono già gli aromi Azhad. Per chi li conoscesse l’esempio, credo, sarà calzante. Avete presente le mille (mille, ovvio) sfumature che sentite? E avete presente quella volta, quella volta in cui la maturazione è stata perfetta, che i cinquantesei giorni hanno restituito l’esatto aroma che volevate? Che a cinquantacinque mancava qualcosa e che al cinquantasette avrebbe perso una nota? Ecco, questo è Hyperion. Più altro ancora.
Con Barrique Azhad vi propone le stesse notte dei suoi aromi, ma più colorite, più gustose, ancor più buone. Con Hyperion le sfumature si moltiplicano, la complessità degli aromi diventano infinite e tanto più scavate nella restituzione che vi offrono le papille gustative, tanto più i sapori sembrano scindersi per poi ricomporsi fino a trovare nuove armonie. Questa linea è per lo svapo quello che G. L. Pease è per la pipa.

Balkan

È, semplicemente, il mio liquido preferito. Non dico che sia il migliore della serie (sicuramente il gradino più alto lo merita il 10.000), ma sicuramente ha tutto ed è tutto quello che cerco da un liquido. Il bilanciamento virginia/latakia/balkanici ha qualcosa che si avvicina alla perfezione. Non è troppo dolce, non è amaro, non lascia gusto cenere, non stanca (il “non stanca" è assimilabile a quello che dicono "all day": è relativo). C’è chi mangerebbe tutto il giorno confetture di fichi, chi non sopporta neanche per un secondo la pasta col pomodoro). L’ho provato con diversi sistemi, riesumando, addirittura, un immortalizer, provandolo a quattordici watt e spingendolo fino a venti con un origen v2 a mesh, per tornare a cotone. Lascia sempre un retrogusto che sa di vecchia Londra. La sera è perfetto con un whisky, magari Mackillop, per sentirsi completamente in una atmosfera londinese. Non credo sia perfetto per iniziare con i tabaccosi, a meno che non si provenga dal mondo della pipa. Sicuramente, in ogni caso, è un punto di arrivo molto importante.

Carribean Supreme

Il Carribean, insieme al 1000, è, forse, il liquido più famoso di Azhad. Anche di questo, in rete, si è detto di tutto, passando da “fantastico”, a troppo dolce, a troppo ananas, a mai svapato una simile bontà. Di sicuro il Supreme è la conclusione dei vari “ma quanto devo farlo maturare?”. Virginia rosso e biondo, black cavandish, uniti a cocco e ad ananas, qui trovano la perfetta unione. Il gusto principe è il tabacco, lo sposo ideale è l’ananas, il cocco è il perfetto amico. Questa triade non lascia indifferenti, premessa l’assoluta qualità, o piace da non poterne quasi fare a meno, o non è il nostro liquido. Più sono salito con il wattaggio più i compagni fruttati si sono nascosti. È un liquido che può tranquillamente piacere a tutti, non necessita di conoscenza approfondita. Se ne catturi solo l’aspetto finale molto probabilmente ti piace, se noti le sfumature capisci la complessità di questo liquido. È ottimo a qualsiasi ora, e, quando passi ad altro continua ad accompagnarti col quel sapore fresco impossibile da dimenticare. Unico nel genere.

Cherry Supreme

È uno dei pochi liquidi che non avevo mai provato neanche nella versione precedente. Appena assaggiato ha iniziato a tornarmi in mente un sapore. Avete presente? Camminate tranquillamente e di colpo venite investiti da un odore che vi ricorda qualcosa, ma proprio non riuscite a capire cosa. Così ho cercato di dimenticarmi di questa sensazione e ho continuato a svapare. Ovviamente Cherry Supreme nasce da una idea di pipa che trova casa tra gli aromatici. Black cavendish più qualcosa a unire, ad addolcire. In questo caso l’unione è assai felice. Il gusto dolce riesce a essere, insieme, particolare e “normale”. Non esce fastidiosamente dagli schemi dell’armonia, ma, al contrario, ne crea una nuova, esclusivamente sua. Svapato a wattaggi elevati (sempre in relazione ad uno svapo di guancia) trova il massimo del suo splendore. E proprio mentre lo avevo terminato dal mio origen a mesh il ricordo riaffiorava trovando il nome giusto: Rattrays Dark Fragrant. Un tabacco da pipa nobile (uno dei pochi aromatici ad esserlo) con qualche nota fruttata in più di questo eccellente supreme, ecco cos’era.
Consigliato a tutti, ma proprio a tutti.

Esplendidos

C’è veramente poco da dire: prendete un Cohiba Esplendidos con tutte le note floreali e di cacao, della cannella e del cedro e immaginatelo liquido: ecco avete appena capito questo liquido. Io non amo troppo il genere, da ex fumatore di pipa i sigari non li ho mai troppo amati, ma questo è sicuramente di livello eccelso. In più ho seguito in parte il consiglio di Azhad sul cloud. In parte perché io nella pipa amavo il lento-fumo, quindi poco calore. Ma qui, col sigaro, esagerare diventa una splendida opzione. Ho provato, nonostante la sua base non cloud, a tirarlo su coi watt. Perfetto (anche se, ovviamente, con base squilibrata verso il vg produrrebbe più vapore). Verrebbe da scrivere: meno legno, più vapore, la sensazione è quasi di distacco dal lato oscuro del tabacco e un avvicinamento al puro tabacco da sigaro.
Se amate il genere ci sono forti possibilità che divenga il vostro liquido di riferimento.

Senese

Aromatico molto particolare. Mesciare black cavendish col chianti e il chianti col virginia bianco è un azzardo, se poi i virginia diventano quattro e la quantità di black cavendish cala, diventa una impresa. A leggere gli aromi che lo compongono  viene da pensare a un tabacco danese fatto per dare una accozzaglia di sapori profumati e stordire l’amante di pipe per fargli credere che il prodotto è raffinato. Ma poi di fanno scivolare le gocce sulla mesh e si aspira piano, poi forte, e tutta la teoria si scioglie esattamente come ha appena fatto il liquido. E non riesci a capacitarti di come Azhad sia riuscito in questa impresa. Eppure, è così, le note aromatiche si fondono col virginia senza stomacare, ma anzi, facendo capire come il dolce possa avere mille sfaccettature, come quattro virginia non si annullano ma trovano nuove armonie. È perfetto per chi nel tabacco ha trovato - o sta cercando - un sistema per trovare nuove vie gustative. Un liquido importante, da svapare con la lentezza che merita.

Vanilla Supreme

Vaniglia americana, vaniglia francese (esiccate al sole) e virginia americano. Niente cavendish, niente perique, niente altro. Qui la semplicità la fa da padrone, pur senza diventare sinonimo di pochezza. La caratterizzazione di questo liquido, infatti, non è in cosa c’è, ma in cosa manca. Chi è abituato agli “aromatici”, troverà il buco lasciato dagli altri tabacchi. All’inizio l’assenza porterà le papille gustative a cercare qualcosa in cambio, qualcosa che possa riordinare questa miscela. Manca questo al gusto che conosco, con cosa lo riempio? Azhad con questo liquido non gioca in difesa: non la si riempie con niente, questa mancanza. Alzi i gradi, passi al cotone, pensi alla wick, torni alla mesh. Non trovi nulla che possa riempire quel sapore. E così ti arrendi e inizi ad assaporare la nuova miscela, azzeri il tuo personalissimo e troppo cristallizzato data-base e accetti questo liquido. E quando lo fai inizi a capirlo. Il dolce senza sostegni, senza contraltari evidenti, si lascia cadere fino a diventare aroma auto-referenziale. Le vaniglie ti saziano il vuoto, il virginia ti accompagna nel viaggio. Alla fine Azhad vince, ti lascia nudo e puro, senza appigli nei ricordi, in questo suo successo: farti conoscere qualcosa di completamente diverso. Consigliato a chi non ha alcuna cultura (per capire un percorso di piacere) o a chi ne ha troppa e necessita di una scrollata all’ego (per ritornare a un viaggio di piacere).

 
Virginia Supreme

Questa è la risposta a chi pensa che l’unico tabacco da uomini veri sia il latakia e che, per contrapposizione, il virginia sia da “pussy”. Qui il padrone è il virginia con sette accezioni diverse, dal biondo al rosso. Poi ci sono gli altri, a sostenere. Orientali, turchi e macedoni. Con questo liquido Azhad ci ricorda il pensiero di Samuel Gawith sul tabacco: “prima pensiamo al vestito, poi agli accessori”. Il vestito, ovviamente, è il virginia; gli accessori, tutti gli altri. E questo è un liquido che ci porta dentro quel pensiero, ce lo fa assaporare piano, ci fa fare un giro completo nelle mille variabili aromatiche del tabacco fino a renderlo idea. Questa è una idea sul virginia. Si sente tutta la qualità delle foglie che sceglie il produttore e tutta la maestria nel prepararle. Eccellente per passare dal tabacco in foglia al tabacco in liquido e per farlo diventare un compagno di giornata da avere sempre a portata di atomizzatore.

10.000

 Il latakia da una parte, orientali e turchi in contraltare, virginia il ponte. Così è facile, è il 90% delle ricette inglesi per pipa. Poi capita che c’è troppo latakia e il gusto è ceneroso. Che il virginia non ce la fa, il ponte è troppo fragile e si cade nel mezzo, che gli orientali ti portano via e non capisci dove sei finito. Poi ci sono quelli bravi e tutto sembra in un equilibrio stabile. L’equilibrio stabile è sinonimo di certezza, di solidità, di casa. Ci si sente al sicuro con quelle persone, ci si sente davanti a un camino con quei tabacchi.
E poi ti ritrovi a provare il 10.000 e riconosci immediatamente, non perché sei bravo, ma perché lo hai assaporato per anni, quel sapore. Sembra di stare a casa, ma qualcosa non torna. Senti il legnoso, ma non esattamente quello là, senti il virginia, ti ci adagi, ma non sei nella solita posizione. E gli orientali sbuffano e strattonano, ma resti, comunque, sul ponte. E allora ecco: l’equilibrio è instabile. Che non c’è ancora casa, che la casa la stai costruendo di nuovo. Questo liquido è fatto di costruzione più che di tabacco, questo liquido è un pensiero verso il porto sicuro, ma con altri scenari da affrontare. È il liquido che mi ha maggiormente stupito da quando svapo, e, ripeto, non per gli ingredienti, e neanche troppo per i sapori, ma proprio per il suo essere un nuovo percorso. È, semplicemente, il nuovo punto di riferimento se si guarda alla miscela inglese: la nuova casa del tabacco.

Barrique

Recensione il 28 febbraio.