Alleycat - Adrenalina e Asfalto

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In questo articolo vi introdurrò nel mondo delle alleycat, un fenomeno la cui notorietà è inversamente proporzionale alla proprietà aggregativa: sempre più persone sanno che cos’è, sempre meno vi partecipano. L’organizzazione di queste gare è in continuo calo.
Ma: un passo per volta.

Le alleycat (testualmente “gatto dei vicoli” e quindi gatto randagio) sono gare clandestine in bicicletta. Hanno poche regole e un alto tasso adrenalinico. Ma chi le organizza? Come si fa a sapere quando ce n’è una e parteciparvi? Sono tutti dubbi legittimi su cui si può arrovellare chi si sta avvicinando al mondo della bicicletta.

Le alleycat sono gare che imitano il lavoro dei corrieri espressi in bicicletta. Al corriere, normalmente, durante la giornata lavorativa, vengono assegnate delle corse che consistono nel prelevare in un luogo X un pacco, e trasportarlo nel minor tempo possibile in un luogo Y: più si è veloci e più aumentano le possibilità di ricevere corse ulteriori (e di conseguenza di gonfiare il portafogli). Le alleycat simulano proprio questo. All’inizio della gara ai partecipanti viene consegnato il cosiddetto manifest, ovvero il foglio con su scritti gli indirizzi da raggiungere. L’ordine è casuale ed è compito del concorrente elaborare il percorso più breve per raggiungere gli indirizzi, detti checkpoint. Generalmente, per rendere ancora più verosimile la simulazione, i checkpoint sono divisi tra prese e consegne (pick e drop). Va da sé che le prese debbano essere fatte obbligatoriamente prima delle consegne. A controllare che tutto venga eseguito senza barare ci sono i checkers, ovvero persone che verificano il passaggio dei concorrenti al checkpoint attraverso un timbro apposto sul manifest. Presso questi punti, inoltre, per rendere la competizione più difficile, ai concorrenti possono essere imposte prove di forza e/o abilità: tutto è concesso; tutto dipende dalla cattiveria e dal sadismo di chi ha organizzato la gara. Ho visto concorrenti sudati infilare la testa in sacchi di farina o trasportare uova da un checkpoint all’altro.

A un’alleycat si può partecipare con qualsiasi tipo di bicicletta. La maggior parte delle volte vengono stilate classifiche separate per le differenti tipologie. Le grandi categorie in cui si è soliti dividere una classifica sono bici da corsa e bici fisse senza freni. Questo perché la prestazione di un ciclista è pesantemente vincolata alla bicicletta che utilizza (dalla presenza o meno del cambio, dalla tipologia di pignone, ecc). Generalmente viene premiato il primo che in assoluto taglia il traguardo; poi il primo che lo taglia con una bicicletta fissa e senza freni; poi chi non corre nella propria città di appartenenza (ed è quindi svantaggiato, detto out of town). Qualche volta si premia la prima donna e il secondo e terzo assoluto.

Come dicevo in precedenza le alleycat sono clandestine. Nessun comune darebbe mai l’autorizzazione per delle gare così pericolose per se stessi e per gli altri. Non si contano infatti le regole della strada infrante durante una gara del genere pur di vincere. Semafori rossi bruciati, precedenze rubate, strade imboccate contromano, zone pedonali violate a velocità folli, sono solo alcune delle innumerevoli infrazioni commesse durante un’alleycat. Senza contare i limiti di velocità a cui nessuno fa caso e ai rischi che comporta liberare un branco di ciclisti in mezzo al traffico, mossi dalla sete di gloria e dalla ricerca di adrenalina.

Perché si corrono gare di questo tipo? In primo luogo perché è l’unico modo per testare la velocità e l’abilità di un corriere. In una situazione protetta, come può essere un circuito, si misurano solo determinate attitudini del corriere e il risultato sarebbe distorto. Il suo vero valore va misurato in mezzo al traffico, dove sono presenti tutte le reali difficoltà del mestiere. Chi è più veloce, chi si orienta meglio, chi sa destreggiarsi meglio nel traffico vince la gara. Dubito che il campione olimpionico in velodromo arriverebbe tra i primi dieci ad un’alleycat (e viceversa ovviamente). In secondo luogo credo che in nessun’altra gara l’adrenalina raggiunga livelli così alti. Le alleycat sono senza ombra di dubbio le gare più rischiose che si corrano in bici, ma, allo stesso tempo più gratificanti per un corriere espresso.

Detto questo è palese perché nessuno si voglia accollare la responsabilità di organizzare un evento del genere. Per questo gli escamotage sono parecchi. Innanzitutto nessuno obbliga i partecipanti ad adottare una guida spericolata né, tantomeno, viene imposta la violazione delle normali leggi del codice della strada: insomma, se ci si vuole fermare ai rossi lo si può fare. La responsabilità è affidata al singolo concorrente. Chi organizza la gara deve essere tutelato e quindi “proporrà un allenamento che ognuno imposterà come meglio crede”. Anche il luogo di ritrovo spesso viene comunicato all’ultimo minuto attraverso passaparola o eventi caricati sul web, con il tentativo di passare inosservati agli occhi di osservatori scomodi.

Come dicevo all’inizio il fenomeno delle alleycat è sempre più sotto gli occhi di tutti, probabilmente per l’interesse sempre crescente nei confronti delle biciclette a scatto fisso[1]. Addirittura, nel 2016, è uscito un film incentrato proprio su questo tema.

Data la delusione di un altro film riguardante i corrieri espressi in bicicletta (Premium Rush, ndr) non mi aspetto nulla da quest’ultimo, rappresentazione inflazionata in perfetto stile hollywoodiano della realtà. Trovo tuttavia interessante che un fenomeno così underground e che tendenzialmente dovrebbe rimanere celato, abbia invece così tanta risonanza, tanto da farne un film. Parecchi anni fa difficilmente si trovavano informazioni come oggi sulle alleycat. Il paradosso tuttavia è che sempre meno persone vi partecipano e sempre meno viaggiano alla ricerca dell’alleycat più vicina. Forse è proprio a causa dello sdoganamento a cui si è giunti?

Alcuni manifest e spoke card di diverse alleycat. Le spoke card (cartoline per i raggi) sono le cartoline che vengono rilasciate al momento dell’iscrizione, con indicato il numero partecipativo. Vengono chiamate così perché tendenzialmente i partecipanti le incastrano tra i raggi della propria bici e spesso le conservano come trofei per mostrare il numero delle alleycat alle quali hanno partecipato.

 


[1] Bici a scatto fisso